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Un impianto geotermico

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UN’INTESA ad ampio raggio, che mette al centro la ricerca sul litio geotermico valorizzando le opportunità di sviluppo offerte dalla licenza “Cesano”, alle porte di Roma: l’accordo firmato nei giorni scorsi da Enel Green Power e Vulcan Energy mette a fattor comune le rispettive competenze nella geotermia e nell’estrazione del litio per sviluppare iniziative congiunte, nel sito laziale e non solo.

La collaborazione prevede un approccio graduale, che in una prima fase di studio esplorativo si sostanzierà nella valutazione del potenziale della licenza “Cesano” di Vulcan, sito che si estende su un’area di 11,5 km quadrati a pochi chilometri da Roma.

L’accordo, puntando sulla sinergia tra il know-how di Vulcan e l’esperienza nel settore di Enel Green Power, leader mondiale nell’energia geotermica con centrali in Italia, Cile e Stati Uniti, intende esaminare le prospettive di ulteriori sviluppi in tema di litio geotermico, a partire dall’area in questione ma non escludendo ulteriori collaborazioni in Italia e all’estero.

«La scelta di puntare sulle fonti rinnovabili porta con sé la volontà di affrontare ogni giorno nuove sfide», dice Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Enel Green Power e Thermal Generation Italia. «È il caso della geotermia, una fonte di energia rinnovabile che ha davanti a sé notevoli prospettive di sviluppo, e su cui Enel Green Power ha puntato con convinzione, tanto da diventarne leader mondiale: ecco perché siamo particolarmente lieti di questo accordo, che ci permetterà, lavorando al fianco di un partner di eccellenza di esplorare le promettenti opportunità legate al litio geotermico e al calore della Terra».

Quella geotermica è una fonte d’energia originata dal calore sprigionato dalla Terra. Il calore geologico è prodotto dal decadimento nucleare di elementi radioattivi come l’uranio e il torio, un processo del tutto naturale che comporta la creazione di calore termico. Per questo motivo la temperatura del sottosuolo aumenta man mano che si va più in profondità, con una media di circa 3-4° per ogni 100 metri. L’energia geotermica si trova anche in presenza di liquidi magmatici, che passando nelle vicinanze di falde acquifere sotterranee riscaldano l’acqua, evaporizzandola. Entrambe le fonti di calore permettono di utilizzare i gas caldi sprigionati, per generare energia elettrica oppure per far funzionare gli impianti di riscaldamento domestico.

In alcuni casi è possibile ottenere energia geotermica anche in mancanza d’acqua, basta immettere dei liquidi particolari, delle misture sia fredde che calde a seconda dell’obiettivo richiesto. I gas caldi estratti dal sottosuolo azionano delle grandi turbine, che muovendo gli alberi motore creano di fatto l’energia meccanica, poi trasformata in energia elettrica. Nonostante l’Italia sia stato uno dei pionieri, negli ultimi dieci anni questa fonte è stata decisamente abbandonata e gli investimenti maggiori sono stati dirottati soprattutto sul solare e sull’eolico.

Da primi al mondo oggi siamo scivolati al settimo posto, dopo Nuova Zelanda, Stati Uniti, Indonesia, Filippine, Islanda e Messico. Le cause di questo declino sono molteplici: la complessità e l’impatto ambientale delle centrali geotermiche; la mancanza di investimenti pubblici e privati; l’opposizione dei cittadini alla costruzione delle centrali e le difficoltà riscontrate nella liberalizzazione del mercato. Purtroppo per il momento la produzione si concentra nelle centrali geotermiche toscane, dove soltanto quella di Larderello, una delle più grandi d’Europa, vanta oltre 120 MW di potenza installata.

D’accordo con le ultime politiche governative, nei prossimi anni dovrebbero essere protratti gli incentivi rivolti al geotermico, con i quali verranno realizzati 10 nuovi impianti che genereranno circa 50 MW. In particolare si dovrebbe puntare sempre di più sugli impianti geotermici a ciclo binario, che possono generare energia elettrica anche lavorando alle basse temperature. I progetti più importanti saranno quello di Montenero, in provincia di Grosseto, e di Castel Giorgio, in provincia di Terni.

La tecnologia si sta evolvendo rapidamente, grazie anche alle sinergie tra le società energetiche e i centri di ricerca universitari. Il rischio è che le lentezze burocratiche, le difficoltà delle Regioni e le opposizioni dei cittadini possano arrestare la diffusione e la valorizzazione del geotermico in Italia. In Italia l’energia geotermica è presente in diverse zone del Paese. Quelle più ricche di fonti geotermiche sono l’alto Lazio, la Toscana occidentale, la Liguria, la Sardegna occidentale, la Sicilia meridionale e il Piemonte.

Al momento le centrali geotermiche più importanti e produttive sono quelle sul Monte Amiata, in particolare gli impianti di Larderello, Travale e Radicondoli e quelle toscane di Grosseto, Pisa e Siena. La potenza complessiva installata è pari a 1.372 MW, che viene utilizzata per: riscaldamento domestico 42%; usi termali 32%; acquacoltura 18%; agricoltura 7% e usi industriali 1%. Tra i vantaggi dell’utilizzo dell’energia geotermica possiamo annoverare: fornitura costante di energia nelle 24 ore; fonte rinnovabile e pulita e nessuna produzione di inquinanti e CO2.


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Fabio Grandinetti

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