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DAL tribunale di Borgo Berga di Vicenza, costruito tra due fiumi, alla Casa dello studente di Reggio Calabria, edificata all’interno di una fiumara. La mappa degli edifici a «effetto bomba» stilata nell’omonimo dossier di Legambiente chiede interventi urgenti: sono almeno 10 secondo l’associazione le strutture in Italia che si trovano in aree a rischio idrogeologico e che per questo andrebbero demolite o delocalizzate al più presto.
Si tratta, spiega Legambiente in una nota, di edifici – o di aree edificate italiane – che amplificherebbero i danni di eventi climatici estremi. Oltre al tribunale vicentino e allo
studentato di Reggio Calabria, la mappa annovera altri 8 siti da bollino rosso: il Centro multisala cinema di Zumpano (Cosenza), edificato sotto una scarpata vicino al fiume Crati; la Scuola di Aulla (Massa e Carrara), realizzata sul letto del fiume Magra; un centro commerciale in provincia di Chieti, realizzato a 150 metri dall’argine del fiume Pescara; l’edificazione sul torrente Coriglianeto (Cosenza); le segherie di Carrara; l’area artigianale di Genova; il deposito di materiali radioattivi di Saluggia (Vercelli); la frazione di Isola Sacra a Fiumicino (Roma).
I comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, sottolinea Legambiente, sono 6.633, per un totale di oltre 6 milioni di cittadini esposti a pericolo di frane e
alluvioni. Dal 2000 al 2015, nota il dossier “Effetto bomba”, si sono verificati circa 2mila eventi atmosferici estremi con frane e allagamenti che hanno causato la morte di più di 300 persone e richiesto uno stanziamento economico di oltre un miliardo di euro solo negli ultimi cinque anni.
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