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MATERA – In un auditorium aperto e fruibile, lavoratori, sindacalisti e esponenti dell’economia si sono dati appuntamento ieri per confrontarsi sullo stato di salute della Basilicata nel corso del convegno promosso dalla Cisl su “Italia al lavoro”.
Temi caldi e attualità nel talk show condotto da Oreste Lopomo che non hanno trascurato nessun aspetto della situazione del Paese.
Una Basilicata in chiaroscuro dove l’esempio virtuoso della Fca fa ben sperare (mentre il manifatturiero segna ancora il passo, pur con deboli segnali provenienti dal comparto del mobile imbottito), intanto, si è presentata al ministro del lavoro Giuliano Poletti: «Bisogna creare le condizioni affinchè le imprese facciano investimenti, quelle che ci sono crescano, quelle che hanno progetti vengano a investire qui. In Basilicata ci sono grandi potenzialità, capacità professionali, un patrimonio di cultura ed esperienza».
Meno burocrazia? «E’ una delle condizioni. Le imprese per investire, devono sapere cosa accadrà su fisco e lavoro, ad esempio. Le comunità locali devono essere capaci di diventare attraenti, creare un buon sistema formativo per legare scuola e impresa. Matera, da questo punto di vista, è una realtà eccezionale ma il pubblico deve fare la sua parte insieme agli altri. Nessuno può pensare di restare a guardare».
L’Italia, da questo punto di vista, non conosce differenze: «Ogni territorio ha una propria caratteristica, nesusno può essere corpo a se’. L’Italia non va avanti senza Basilicata e viceversa, ognuno è parte di un insieme». E sui vantaggi del jobs act aggiunge: «Siamo in coda a una crisi durata più di sette anni. Le cifre prese singolarmente non sono significative. I dati stabilizzati comunque ci sono, ogni mese il mercato del lavoro migliori, si riducono ore di cassa integrazione autorizzata, tutti segnali che vanno in direzione positiva, ma non possiamo ancora dire che siamo in ripartenza». L’onda lunga della Grecia, crea dubbi sulla tenuta dell’Europa? «Bisogna saper rinnovarsi e occuparsi dei problemi di oggi, dall’emigrazione alla Grecia».
C’è una regione che mostra segnali ottimisti, ed è la Basilicata.
«Ci sono numeri positivi che da Matera hanno mostrato segnali incoraggianti – spiega il presidente Marcello Pittella che snocciola alcune cifre: «7mila nuovi occupati, persone in cerca di occupazione passate da 35 a 32 mila, e il tasso di disoccupazione è calato di quasi 2 punti (passando dal 16,8% del 2014 al 14,9% del primo trimestre 2015)».
E in sostegno all’occupazione aggiunge: «Nelle prossime ore partirà il bando per il Reddito Minimo d’Inserimento, accompagnato da un sostegno finanziario del FSE, in attesa che il ministro e il Mef predispongano e approvino il decreto interministeriale che consegna le poste finanziarie e le modalità di erogazione e utilizzo. Complessivamente ci sono 130 milioni di euro, solo per il Reddito Minimo ce ne sono 45 milioni di euro a cui si aggiungono le poste sulle politiche attive del lavoro. C’è poi la posta sulla Social card: potremo avere più di qualche migliaio di cittadini che sarà concretamente aiutato». Sul reddito minimo si è soffermata anche il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan che ha inoltre sottolineato l’esempio virtuoso della Cisl lucana, sindacato unito come dovrebbe accadere nel resto d’Italia.
«Il Governo finanzi nuove occupazioni – ha aggiunto il segretario regionale Nino Falotico – la Fiat restituisce speranza a 8500 cassintegrati con 2000 assunzioni – ha aggiunto e sulle estrazioni si dice favorevole a patto che si garantisca la salute pubblica». Sul reddito minimo infine annuncia proteste qualora i fondi non dovessero essere garantiti». E’ Giuseppe Amatulli, segretario Cisl di Matera a sottolineare: «Questa città può essere polo d’attrazione per gli investimenti. E’ il turismo il settore su cui possiamo e dobbiamo confrontarci. Fondamentali, dunque, sono le infrastrutture e per questo vogliamo ciò che ci è dovuto, come per gli altri territori. E’ strategico, per questo, dialogare con la Puglia, fare sinergia. Il popolo del sud è stanco di sacrificarsi ancora. Il tema oggi non è il salario, ma la competitività. Il caso Basilicata e le sue contraddizioni: il petrolio non crea posti di lavoro mentre la Fiat ha dato oltre 1000 posti». E poi non dimentica il deserto industriale in Valbasento: «Nessuno vuole investire qui, perchè mancano le infrastrutture – aggiunge.
E’ il presidente di Confindustria Michele Somma a sottolineare le tre parole chiave della Basilicata: automotive, turismo e petrolio. «Occorre uno sforzo sinergico per istituzioni, imprese e sindacati perchè si tratta di leve strategiche per tutto il Paese e per questo bisogna sostenerle col contributo di risorse nazionali ed estere». Somma ha poi proposto Melfi quale “Capitale europea dell’automotive, così come Matera va supportata in vista del 2019 perfchè si generino ritorni diffusi e concreti».
Infine sul petrolio: «E’ una risorsa straordinaria con ritorni anche in termini occupazionali, la tutela della salute e dell’ambiente, però, sono prerequisiti dell’agire industriale. Stop alle polemiche strumentali e fuorvianti». E l’ottimismo è arrivato da Saverio Calia, imprenditore del salotto: «Festeggiamo i 50 anni di attività e finalmente vediamo la luce. Il distretto del mobile imbottito esiste ancora – ha aggiunto – ma bisogna imparare a fare cultura d’impresa».
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