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«Ho imparato moltissimo da quando la mia vita ha virato verso la terra. Ora so sparare con un fucile, uccidere un pollo, schivare la carica di un toro e riesco a controllare un carro trainato da una coppia di cavalli imbizzarriti. Ma l’insegnamento più duro è stato questo: più trasformi la terra coltivandola, più la terra trasforma te. Ti entra nella pelle con la sporcizia che non ti si toglie più dalle mani callose e da sotto le unghie. Chiede al tuo corpo così tanto che se non stai attento ti può far male come un vizio, e a cinquant’anni ti svegli una mattina e ti ritrovi con le ginocchia e le spalle a pezzi, sorda per il costante rumore metallico dei macchinari e senza un soldo bucato. Ma il mestiere di contadino mette radici dentro di te e fa piazza pulita di tutto il resto, che ti sembra meschino. I tuoi acri diventano il mondo».
Sono le parole di Kristin, una trentenne super figa di New York, single e scrittrice freelance abituata ad happy hours , cinema, alla lotta urbana per un affitto bloccato a Soho, e che sogna una solida carriera. Che un giorno, però, molla tutto e diventa una contadina. Per amore: quello per un contadino, prima di tutto…
In verità non sto leggendo il libro di Kristin Kimball, Dirty Life (Una storia d’amore, cibo e animali, Elliot Editore, Roma, 2012) ma Tracce di futuro (Un’indagine esplorativa sui giovani Coldiretti, Donzelli Editore, 2012) di Domenico Cersosimo, che nelle pagine ha gradevolmente disseminato brani della scrittrice americana. Entrambe i libri raccontano storie vere di “scelte”, di “virate” verso la terra o di immutabili destini. Il secondo con meno poesia ma con la stessa capacità di raccontare che da Nord a Sud «diventare agricoltori è soprattutto una scelta di vita. Sì: una scelta libera, convinta, anche se spesso legata alla nascita in campagna, all’infanzia passata in una famiglia contadina. La vita rurale ti segna, forse ancor più di quella urbana. L’azienda e le sue molteplici attività molecolari, quotidiane, ricorrenti, ti entrano dentro, senza via di scampo; anche se hai una laurea e un master; anche se continui a frequentare il mondo urbanizzato e resti in connessione col mondo intero…
P.S.: In foto non c’è Kristin ma…
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