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POTENZA – E così anche questa coda di campagna elettorale è finita. Non è un caso che il lessico politico mutui le parole da quello bellico: oggi è “tregua”. Dai comizi d’amore – rubiamo l’espressione a Pasolini, ma solo perché stiamo parlano della Matera che gli fece da set – siamo passati alle scritte d’odio a Potenza, a pochi giorni dalla versione “Arancia meccanica” del solitamente tranquillo periodo dedicato a San Gerardo: botte al pranzo dei Portatori, con un ragazzo sfigurato in volto, e vetri rotti alle auto parcheggiate dopo le baldorie dell’ultimo venerdì di maggio (è di ieri la notizia dei denunciati per atti simili di vandalismo al rione Lucania: sono tutti potentini). Abbiamo scelto qualche scatto che racconta meglio di altri la Basilicata bifronte del 2015. Partendo proprio da una scritta, sempre fotografata nel capoluogo ma che veicola un messaggio d’amore. È stata vergata negli stessi giorni delle frasi ingiuriose per il sindaco De Luca.

1. Potenza è sospesa in una campagna elettorale permanente, ma le scritte offensive rivolte al sindaco De Luca aggiornano, benché in maniera inedita, una lunga tradizione che va dagli striscioni in zona liceo classico (la citazione da “Gabri” di Vasco Rosso è la più recente,  al tazebao ultrà quasi quotidiano sopra l’ingresso del Viviani: sono haiku spesso in rima, ancora più spesso con un linguaggio diciamo così colorito. È colorata, invece, la città dei tanti writer e delle scritte più ironiche: su tutte, un “Potenza è fascista” corretto in “Potenza è feticista”.

2. Ma le accuse via spray al primo cittadino accusato di inciuciare con il centrosinistra per rimanere in sella in attesa di una risposta definitiva da Roma sui conti del Comune, sono un inedito quasi quanto le botte a San Gerardo e, ancora di più, del raid in zona Montereale con tanto di vetri rotti nella notte tra venerdì e sabato dopo la parata storica. Nei giorni scorsi la mamma del ragazzo aggredito in centro ha scritto una lettera aperta per richiamare l’attenzione sull’escalation di violenza degli ultimi giorni, e anche qualche politico se ne sta accorgendo. 

3. Gli scavi di Venosa chiusi di pomeriggio (con Vinicio Capossela, “testimonial” al contrario davanti all’ingresso chiuso del sito della città oraziana) e la pioggia di euro che vede la Basilicata tra le 5 regioni del Sud ai quali il neo-insediato comitato di sorveglianza del Pon (Programma operativo nazionale) del ministero dei Beni culturali destinerà 490 milioni di euro dai fondi strutturali europei. Alcuni dei 60 grandi attrattori culturali presenti in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono già stati selezionati per un ammontare complessivo di risorse pari a circa 180 mln: di questi, 54 saranno in parte canalizzati in interventi con progettazione preliminare anche al Museo Archeologico Nazionale di Melfi, nel Polo Museale del Materano e nelle aree archeologiche di Grumento e Metaponto. Il tutto in attesa che prenda forma il progetto “Basilicata 2019, scaviamo il futuro” del presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza: sarà «una grande campagna di scavi e ricerche archeologiche, per valorizzare i siti lucani e per costruire intorno a Matera 2019 una economia della cultura in Basilicata». Nell’attesa Venosa resta a mezzo servizio.

4. Offrono un racconto delle due Lucanie anche il contadino che regala la lattuga e gli agricoltori che pagano l’Imu in natura (cassette di frutta) in confronto al Rapporto Bankitalia che cita i robot di Melfi come esempio della floridezza economica della Regione. Spesso le microstorie spiegano la realtà più dei numeri.

e.furia@luedi.it

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