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QUANDO sul cellulare ti appare il nome di un vice campione del mondo capisci che l’umiltà di quell’atleta è una delle caratteristiche che lo ha portato ad essere un grande. È quello che è accaduto ieri con Domenico Acerenza. Lo avevamo chiamato per chiedergli un’intervista e poi è stato lui a richiamarci.
I complimenti sono stati d’obbligo in apertura di telefonata: «Grazie, grazie mille. Ma è tutto figlio di un duro lavoro. Queste sono medaglie pesanti (il bronzo europeo e l’argento mondiale), che arrivano da lontano. Sono più che soddisfatto».
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Quando Acerenza dice che sono successi che arrivano da lontano ha pienamente ragione. Partito da Sasso di Castalda, il fuoriclasse lucano si è allenato a Satriano, nella piccola piscina della provincia potentina, per arrivare sul tetto del mondo.
«Ci pensavo proprio l’altro giorno con la mia fidanzata, che è al mio fianco da dieci anni, e che quindi conosce bene tutto il mio percorso. E’ stata una strada lunga e faticosa, con tagli scogli da superare ed esserci riuscito rende tutto più bello. Ma questo per me è solo un punto di partenza per altri nuovi traguardi. Allenarmi a Satriano mi ha “allenato” al sacrificio. Altri nuotatori, nella loro fase di crescita si sono magari allenati con compagni forti che hanno contribuito alla loro crescita. Io invece ero solo: si c’erano altri compagni bravi, ma magari erano in altre specialità, chi faceva rana, chi delfino e chi dorso. Invece per il fondo c’ero solo io. Io e Vito (Santarsiero, il suo primo allenatore). Questo tipo di allenamento mi ha forgiato nel carattere».
Infatti è certamente più difficile emergere da un paesino della Basilicata, rispetto a magari chi vive e si allena a Roma, Milano o Torino. Ma questo è anche il bello di questo racconto sportivo. Prima ha nominato Vito Santarsiero. È stata con lui la prima telefonata dopo la medaglia?
«In verità no. Questa volta la prima telefonata l’ho fatta a mio padre. Questa volta, per impegni, non ha potuto seguirmi. C’erano lì la mia ragazza e mia madre. Quindi la prima telefonata è stata con mio papà. Subito dopo ho parlato con Vito. Con lui ci confrontiamo sempre. Fa ancora l’allenatore. Certo adesso è molto più “easy” e un po’ meno critico, ma è sempre bello il confronto con lui. Abbiamo ancora oggi un gran bel rapporto».
Toccata e fuga a Sasso di Castalda dopo la grande prestazione a Budapest, a Lupa Lake, per poi preparare gli Europei di Roma, in programma dall’11 al 21 agosto. Nell’occasione Domenico Acerenza ha incontrato gli amici di sempre e anche figure istituzionali: d’obbligo è stata la foto con il sindaco del paese, Rocco Nardo, con tanto di medaglie, proprio davanti al palazzo del Municipio. Non sono mancati gli scatti con figure del mondo del nuoto regionale, come il selfie con Mimmo Scaldaferri.
Ma ora la testa è già a Roma…
«Si tratta quasi di un mondiale – conclude Domenico “Mimmo” Acerenza – perchè il meglio della disciplina, al momento, è tutto nel vecchio continente, quindi ci sarà da confrontarsi con i migliori al mondo anche se si tratta di un campionato europeo. Le medaglie vinte, però, non devono distogliere dall’obiettivo, non bisogna entusiasmarsi troppo. Si può dire che giochiamo in casa, visto che questi Europei si svolgeranno a Roma, quindi sarebbe davvero bello fare bene, una medaglia “in casa” avrebbe tutto un altro sapore».
Quale quindi l’obiettivo?
«Per scaramanzia non dico nulla, ma essere sul podio sarebbe davvero bello».
E con questi presupposti, siamo sicuri che anche a Roma il lucano saprà farsi rispettare.
Intanto per Acerenza, tramite la sua pagina Facebook, sono arrivati i complimenti del presidente del Coni di Basilicata, Leopoldo Desiderio. Celebrazione del talento lucano anche da parte della Fin di Basilicata con tanto di pubblicazione di un post e di una notizia sul sito istituzionale, oltre a foto e video a lui dedicati. Ora non resta che attendere l’appuntamento capitolino.
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