Mimmo Acerenza
3 minuti per la letturaNELLE ACQUE del Lupa Lake si scrive la storia del nuoto azzurro. E a caratteri cubitali viene impresso il nome di un vero e proprio fuoriclasse: il lucano Domenico Acerenza. Perché, senza dubbio alcuno, che Gregorio Paltrinieri appartenga a un’altra dimensione pare a tutti abbastanza chiaro. Ma il vero e proprio trionfo è che alle spalle di questo superman ci sia un atleta made in Basilicata.
Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza non sono rivali, ma formano una coppia di assoluto valore per il nuoto internazionale. Greg si è messo davanti a tutti, ha trionfato perché è il più bravo di tutti, ma alle sue spalle nella finale mondiale dei 10 chilometri c’erano i muscoli e la resistenza di Acerenza.
I due portano a casa rispettivamente la medaglia d’oro e quella d’argento, realizzando un’impresa titanica salendo in coppia, da amici veri e compagni di allenamento, sul tetto del mondo. Tutto molto bello, tutto entusiasmante per una regione che finalmente può salire agli onori della cronaca grazie a uno dei suoi talenti più splendenti. Acerenza e Paltrinieri avevano già conquistato in coppia la medaglia di bronzo nella staffetta mista di giovedì scorso: con loro Ginevra Taddeucci e Giulia Gabbrielleschi sulla distanza dei 6 chilometri. Per il lucano, invece, la beffa del giorno 28, quando nella cinquemila metri è arrivato quarto, ad un gradino dal podio, ma alle spalle comunque di tre mostri sacri della specialità: il tedesco Florian Wellbrock, il compagno Gregorio Paltrinieri e l’ucraino Mykhailo Romanchuk (53’19″90).
Ieri però il sogno di un argento individuale, il primo mondiale di una carriera ricchissima finora di successi. In gara due alfieri del nuoto di fondo azzurro, grandi amici anche fuori dalle piscine, hanno letteralmente sbaragliato la concorrenza realizzando una impresa mai compiuta fino ad ora da due nuotatori italiani.
Acerenza ha gareggiato una dieci chilometri da sogno con un’autentica prova di forza. E con il suo compagno di avventura si è dimostrato più forte di tutti, del caldo torrido (36 gradi, 28 in acqua), e anche dello sforzo delle precedenti esibizioni in staffetta e nella 5 chilometri.
IL DELFINO DI SASSO DI CASTALDA
Mimmo Acerenza è nato a Potenza il 19 gennaio 1995. È alto 183 cm per 73 kg. La sua famiglia è di Sasso di Castalda. Ha iniziato ad allenarsi alla piscina di Satriano, ed è stato tesserato con una società di Rionero, prima di fare il grande salto verso il nuoto dei grandi.
Un po’ come dire che il suo argento mondiale fa felice a trecentosessanta gradi un’intera regione. Attualmente Acerenza è tesserato con la gloriosa società Circolo Canottieri Napoli, ma fa parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro, essendo appartenente alla Polizia di Stato.
L’EUFORIA DI MIMMO E GREG
Una gioia irrefrenabile quella di Domenico Acerenza: «Sono super contento, al settimo cielo. E’ un sogno: in gara ho nuotato bene, sono sempre stato lucido e questo mi ha portato ad avere più sprint nel fiale. Alla fine ce l’ho messa tutto ma Greg stava spingendo tanto, ma va bene così».
Ed a lui fa eco il grande protagonista e asso del nuoto mondiale Gregorio Paltrinieri: «È un sogno: primo e secondo… È la cosa più bella che ci poteva capitare. Mi sentivo a casa, lui era dietro di me e stavo godendo tanto».
Paltrinieri poi si lascia andare anche a un commento sul legame che ha con il nuotatore lucano, amico e compagno di nazionale. «Siamo migliori amici, essere sul podio insieme è la cosa più bella, ci siamo allenati dieci anni insieme e ora è stupendo – prosegue il fuoriclasse azzurro – Torno a casa con quattro medaglie, un bottino completo: sono contentissimo, contavo molto su queste gare per dimostrare a me stesso che potevo fare bene».
SuperGreg sottolinea anche che «dopo il quarto posto negli 800 pensavo di tornare a casa con zero medaglie, avevo nuotato teso ma forse mi serviva solo rompere il ghiaccio. Da lì in poi sono arrivate solo belle gare».
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