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NON solo si sarebbe trattato di «un accordo imprenditoriale lecito», ma sarebbe rimasto comunque una mera «ipotesi». Perché ben prima che venissero alla luce le indagini i vertici della coop lucana Auxilium hanno fatto marcia indietro. Liberandosi dalle grinfie del “mondo di mezzo”: il duo Buzzi, Carminati, con tutto il contorno della “mafia capitale”.
Ha replicato così, con decisione, la ditta di Senise alle prime notizie riportate dal Quotidiano della Basilicata (e rilanciate ieri anche dall’Ansa) sull’appalto per cui Buzzi si era rivolto a loro. Cercando di stringere un’alleanza per evitare di perdere un’altra gara dopo quella del centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, a una quarantina di chilometri da Roma.
«Un accordo economico lecito», secondo i pm dell’antimafia romana. Tant’è che nessuno dei vertici della coop di Senise compare tra gli indagati dell’inchiesta sulla “mafia capitale”. Salvo che alle loro spalle, secondo la ricostruzione del gip che giovedì ha spiccato i mandati di arresto per 44 persone, Buzzi avrebbe concordato coi rappresentanti di una terza ditta, il colosso La Cascina, le offerte da presentare. Con l’obiettivo di tenere alti i prezzi e massimizzare i profitti.
Al Quotidiano Auxilium ha sottolineato che ad ogni buon conto quell’«accordo lecito» sarebbe «rimasto solo una ipotesi, senza essersi mai concretizzato».
«Gli stessi atti – aggiunge la società – darebbero conto di come, a fronte di un iniziale contatto cercato dalle società di cui si parla per il tramite di una persona con noi in relazione, i vertici della scrivente cooperativa si siano poi negati perfino ad ogni contatto con esponenti di società concorrenti. La Cooperativa Auxilium ha, infatti, rigettato tali ipotesi avanzate da altri preferendo continuare ad operare con la propria autonomia, la propria indipendenza e i propri valori, anche rinunciando ad occasioni di crescita della propria attività. E tutto questo, cosa non trascurabile, ben prima che si avessero notizie sul coinvolgimento delle società concorrenti in iniziative della magistratura».
«Pur ribadendo – prosegue Auxilium – che la proposta riguardava un “accordo imprenditoriale lecito”, si tratta di un particolare che in modo netto chiarisce definitivamente la distanza esistente tra la scrivente cooperativa e gli ambienti oggi al centro dell’attenzione degli inquirenti. Tanto ad evitare, che qualcuno possa alimentare o strumentalizzare dannosi accostamenti suggestivi che potrebbero turbare la serenità di chi opera in un settore tanto delicato del sociale e di chi ha la responsabilità di garantire la presenza di soggetti affidabili nella gestione di tale attività».
La Auxilium è nata anni fa dall’intuizione di due fratelli di Senise Angelo e Pietro Chiorazzo, con un gruppo di studenti dell’Università di Bari vicini a Comunione e liberazione. Parte di loro avrebbe dato vita alla coop “rivale” La Cascina, diventata nel tempo un vero e proprio colosso del settore, di cui Angelo è stato anche vicepresidente. Poi i rapporti si sono rotti in maniera irrimediabile e i due imprenditori lucani hanno deciso di andare per la loro strada.
l.amato@luedi.it
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