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NAPOLI – Decine di aderenti ai comitati per il «mare libero e gratuito» hanno tenuto una protesta congiunta per il diritto al mare, invadendo da mare (con una trentina di Kayak e canoe e un piccolo gommone) e da terra i lidi privati per parlare con gli altri bagnanti e rivendicare il diritto al mare. «E’ un diritto costituzionale – hanno sottolineato i manifestanti – tanto che gli ultimi 5 metri e l’accesso agli stessi dovrebbe essere sempre disponibile a tutti per legge, cosa che non avviene mai».

Napoli è una città con le spalle al mare, diceva Anna Maria Ortese. Oggi però più che mai. Una città di mare, ma solo per chi può permetterselo perché ormai andare al mare a Napoli è diventato difficile e costoso ed esclusivo. La costa è quasi totalmente occupata da lidi con prezzi sempre più alti e discese private inaccessibili divenute privilegio riconosciuto per quei pochi che vi abitano. Il resto della magnifica costa di Partenope ad est ed ovest – da San Giovanni a Bagnoli – rimane inquinata da decenni di scarichi industriali e l’incapacità della politica di dare una risposta seria in termini di bonifica.

L’iniziativa di oggi – si spiega nella nota – ha alcune rivendicazioni urgenti: “L’assessore Mancuso e il sindaco Manfredi incontrino i comitati e revochino subito l’assurdo provvedimento sul numero chiuso. Il problema del sovraffollamento delle spiagge pubbliche si risolve allargandole, non riducendo ulteriormente il diritto al mare dei propri concittadini. Venerdi prossimo sit in per questo sotto palazzo San Giacomo. Siano immediatamente rimossi cancelli e ostacoli privati che impediscono abusivamente l’accesso al mare nelle varie discese e lidi, accesso comunque previsto dalla legge. Ritiro progressivo delle concessioni ai privati e bonifica delle spiagge inquinate».

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Rosa Curcio

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