Il Commissariato di Pubblica sicurezza di Paola
2 minuti per la letturaPAOLA – Un 32enne paolano è stato arrestato e associato direttamente in carcere perché accusato di tentato omicidio, lesioni aggravate e violenza sessuale, ma anche di una lunga sfilza di maltrattamenti in famiglia contro la sua “ex”. L’uomo, A.G.B., operaio, avrebbe agito usato violenza contro la donna anche in presenza della loro figlioletta e di altri parenti. Oltre ai verbali contenenti le accuse della sua ex compagna, agli atti vi sono i racconti dettagliati e circostanziati di ben cinque testimoni, anche esterni al nucleo familiare.
L’operaio – secondo le accuse all’attenzione del Pubblico ministero e, quindi, del Gip – avrebbe pure minacciato di morte il nuovo fidanzato della vittima e sua sorella. Gli agenti del Commissariato di Pubblica sicurezza di Paola, diretti dal vice questore aggiunto Giuseppe Zanfini, hanno intercettato e arrestato il presunto violento ieri pomeriggio, associandolo subito in una cella del Carcere di contrada Deuda, su ordine del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia.
L’emissione della ordinanza dispositiva di misura cautelare personale coercitiva a carico di A.G.B. è stata richiesta dal pubblico ministero Teresa Valeria Grieco, sentito il procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni. Il 32enne deve rispondere di tentato omicidio a danno della ex convivente, commesso per futili motivi e in presenza di una minore, la figlioletta nata dalla convivenza tra i due.
Il presunto violento avrebbe infatti stretto forte le mani al collo della donna, stordendola al punto che la stessa non riusciva a reagire alla violenza né a svincolarsi, desistendo dal soffocamento solo grazie all’intervento della figlia. L’evento morte, pertanto, non si verificava per cause indipendenti dalla volontà dell’operaio. Quest’ultimo, inoltre, avrebbe chiuso in casa la propria donna, durante il periodo di convivenza, sin dal 2016, evitando che uscisse di casa, isolandola completamente dal mondo per un anno intero. Trattasi, come già evidenziato, di accuse di parte, confermate dai testimoni.
La donna sarebbe stata più volte minacciata e malmenata. In un caso, quando era in attesa di partire, al settimo mese di gravidanza, l’uomo le avrebbe sferrato un forte pugno alla testa, a tal punto da tramortirla per molti minuti. L’avrebbe poi presa a calci in una gamba e più volte offesa e minacciata. La relazione tra i due, s’interrompeva dopo il tentato omicidio a danno della vittima. Da quel momento, l’operaio ha continuato a perseguitarla, minacciarla, offenderla e, in un caso, usare violenza sessuale nei suoi confronti.
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