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MILANO – Il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Fabio Antezza, ha emesso condanne per complessivi circa 162 anni di reclusione relativamente a 35 persone arrestate lo scorso novembre nell’ambito dell’operazione ‘Insubria’ (LEGGI LA NOTIZIA DELL’OPERAZIONE), condotta dal Ros dei carabinieri. Con l’operazione Insubria la direzione distrettuale antimafia di Milano ha smantellato tre locali della ‘ndrangheta attivi nel Lecchese.

In ogni caso il magistrato ha disposto pene inferiori rispetto alle richieste formulate nelle scorse udienze dai pm Paolo Storari e Francesca Celle, che avevano proposto condanne per un totale di oltre 370 anni di carcere.

Gli imputati, tutti detenuti in carcere e accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso e a vario titolo di altri reati, sono stati processati nell’aula bunker di San Vittore con rito abbreviato beneficiando in questo modo dello scontro fino a un terzo della pena in caso di condanna. Tra loro i presunti capi delle ‘locali’ di Cermenate e Fino Mornasco (Como), e di Calolziocorte, in provincia di Lecco.

L’INCHIESTA – L’indagine era partita alla fine del 2012 in seguito a una serie di atti intimidatori e attentati incendiari ai danni di imprenditori e politici locali. I carabinieri del Ros di Milano avevano filmato anche i rituali di affiliazione alle cosche (GUARDA IL VIDEO DI AFFILIAZIONE), e avevano sequestrato alcuni quaderni con i formulari utilizzati per le cerimonie.

GUARDA IL VIDEO DEL GIURAMENTO CON CIANURO E PISTOLA

LE CONDANNE – Michelangelo Chindamo, considerato il capo della locale di Fino Mornasco, è stato condannato a 5 anni di carcere (i pm avevano chiesto 20 anni). Sono stati condannati, a 5 anni e 4 mesi e a 8 anni e 10 mesi, anche Antonino Mercuri e Giuseppe Puglisi, rispettivamente al vertice delle locali di Calolziocorte e di Cermenate. Per loro i pm avevano chiesto 13 anni e 4 mesi e 14 anni e 10 mesi di reclusione. Tra gli imputati, la pena più alta è stata inflitta dal gup a Giuseppe Puglisi.

 

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