Franco Muto
Il 21 giugno è data di memoria a Cetraro enclave di ‘ndrangheta del clan di Franco Muto. Nel 1980, di sera, Giannino Losardo, consigliere comunale comunista, sta rientrando a casa, quando i killer lo affiancano con una moto e sparano con una pistola. Morirà il giorno dopo all’ospedale di Paola.
Verrà a celebrarlo Enrico Berlinguer in una tragica giornata che molti ancora ricordano. Un omicidio impunito come documenta il docufilm di Giulia Zanfino in corso di realizzazione.
La data è stata segnata oggi dalla ‘ndrangheta locale di Cetraro con il tentato omicidio di Guido Pinto, incensurato che si era difeso anni fa in una rapina a mano armata uccidendo uno dei banditi.
‘Ndrangheta a Cetraro, il regno di Franco Muto
Storie di Cetraro, dove regna dal Novecento don Franco Muto, che sconta a casa sua una condanna per mafia. “Il re del pesce” era e, a quanto pare, rimane il monarca assoluto del
mercato ittico del luogo. Sono ben 5 volte che il bando pubblico indetto dal comune di Cetraro per assegnare la gestione del mercato ittico al dettaglio e all’ingrosso e l’area demaniale va deserto.
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Affare ricco. Dal 2018 che si tenta di trovare un gestore. Ma niente da fare. Il Comune offre anche buoni benefit come il canone di gestione della struttura Gratuito per 4 anni. Niente. L’ultima volta un’azienda di Bagnara aveva mostrato interesse. Ma all’asta del 7 giugno per la quinta volta non si è presentato nessuno.
Il sindaco di Cetraro che indice spesso manifestazioni antimafia poco partecipate non sa che pesci prendere per il porto che qualche settimana fa ha registrato anche un attentato incendiario ad una barca di un medico di Belvedere (LEGGI).
Il pesce a Cetraro è “cosa nostra” della ‘ndrangheta. Anche dal punto di vista simbolico. Un anniversario pessimo per ricordare il sacrificio di Giannino Losardo. A Cetraro ancora nulla è cambiato.
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