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POTENZA – Ancora un cantante neomelodico che inneggia i boss e alla malavita. Solo che stavolta il palco dovrebbe essere allestito a Policoro e alla vigilia del ballottaggio in cui si deciderà il prossimo sindaco.
Sono questi gli ingredienti del “caso” sollevato, ieri, dal coordinamento di Libera Basilicata per cui «nel Metapontino continuano a far cantare quelli che dicono “La mafia non esiste”».
In una nota, l’associazione antimafia ricorda il precedente citato «in occasione dell’inaugurazione del “Presidio legalità” a Potenza, lo scorso 12 giugno», dal procuratore a capo della Direzione distrettuale antimafia di Potenza Francesco Curcio, «parlando di quanto sia importante la cultura della legalità e dell’antimafia e spiegando come, purtroppo, siamo ancora lontani dall’adottarla in ogni contesto anche della nostra regione».
Ovvero il concerto che si svolse ad agosto del 2018, «con il placet dell’istituzione locale», a Scanzano Jonico, comune che a dicembre 2019 sarebbe stato sciolto per infiltrazioni mafiose e resta tuttora commissariato. Con l’esibizione di un cantante neomelodico molto noto per i testi inneggianti alla malavita, Daniele De Martino, «che parla dei collaboratori di giustizia come fossero traditori, infami» e «inneggia un boss in carcere chiamandolo “re”».
«È sintomatico di una società che non è basata sulla cultura della legalità non solo la presenza del cantante in questione, ma il fatto che sotto quel palco ci fossero migliaia di persone».
Queste le parole del procuratore Curcio rilanciate da Libera, esprimendo «sconcerto e forte preoccupazione» per l’arrivo, il prossimo 25 giugno a Policoro, «di tal Niko Pandetta, trapper e neomelodico siciliano, nipote del boss catanese Salvatore Cappello, sottoposto al regime speciale di detenzione 41 bis dal 1993».
«Non che Pandetta il carcere non lo conosca, anzi». Prosegue l’associazione antimafia. «La presenza di Pandetta è prevista in un locale della costa policorese, pubblicizzata anche sulle pagine facebook di Policoro Eventi, in una data molto particolare: la vigilia del ballottaggio (largamente prevedibile) per il rinnovo del consiglio comunale di Policoro».
Per far comprendere fino in fondo la poetica che ispira il cantante e i suoi ammiratori, quindi, Libera evidenzia il testo di alcune delle sue opere.
«’Maresciallo non ci prendi / Un’ora, sei stipendi / Sono con la mia fam / Dentro al club, coca e rum / Compro tre appartamenti / Pago in pezzi da venti».
E ancora: «’Non parlo coi carabinieri, ora mi ascoltano anche loro / Stavo in galera fino a ieri, ora porto collane d’oro / Attendo sempre ai tuoi pensieri, prendi fuoco».
Poi c’è la canzano che sarebbe stata dedicata allo zio – boss ristretto al carcere duro: «’Zio Turi io ti ringrazio ancor e tutt chill c faj p me / Si stat tu a scol e sta vit ca me mbarat a campà cu l’onore / P colpe e chisti pentit staje chius là dind o 41 bis / T’ann cundannat sta vit senza pudore e senza dignità / Sai che dolore nd’ò core quando vai a colloquio e nun t poss abbraccià / Sultant aret a sti vetr pozz fa finta e t tucca sule e man».
Libera ha voluto anche mettere le mani avanti rispetto a quanti potrebbero replicare alla loro denuncia sostenendo che un imprenditore privato, quale è l’organizzatore del concerto in questione. Una risposta affidata a un interrogativo.
«Quale immagine vogliamo offrire a Policoro e, in generale, al Metapontino, tra l’altro in una fase così delicata: all’avvio del procedimento per ipotesi di mafia sulla costa Jonica lucana, a Matera, che vede alla sbarra 25 persone, dove l’ipotesi di accusa è quella di associazione mafiosa, con base a Policoro, attiva in droga ed estorsioni?» Si chiede l’associazione. «Noi non ci stiamo».
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