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VIBO VALENTIA – Avrebbe voluto partecipare da cantante, nei primi anni del 2000, al festival di Sanremo e per questo avrebbe contattato, tramite un amico, i familiari calabresi di uno dei dirigenti dell’epoca della Rai e tentato anche di contattare uno degli organizzatori del Festival. 

Protagonista della vicenda, emersa oggi dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia nel corso dell’udienza del processo “Black money”, l’imputato Gaetano Muscia di Tropea, accusato di aver fatto parte dell’associazione mafiosa della cosca Mancuso di Limbadi con «compiti di pianificazione, organizzazione ed esecuzione delle attività usurarie ed estorsive».

Gaetano Muscia – già al centro di altre inchieste giudiziarie sul traffico di stupefacenti – avrebbe inciso diverse canzoni e poi contattato, tramite un amico, l’entourage degli organizzatori del festival che l’avrebbero invitato a spedire i nastri ed i cd. Alla fine, però, Gaetano Muscia non riuscì a partecipare al Festival di Sanremo.

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