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HA vinto tutto quello che c’era da vincere. Non lo ha fatto da solo, ovviamente, ma nel panorama calcistico calabrese, in ambito dilettantistico, questa è stata una stagione da urlo per Emilio Guido, il giovane tecnico del Real Montalto, squadra che si è resa autrice di un fantastico Triplete. Un risultato storico fra i Dilettanti, perché in Prima categoria nessuno era mai riuscito, nella stessa stagione, a vincere la Coppa Calabria, a salire in Promozione direttamente da capolista (in questo caso vincendo anche lo spareggio) e poi a trionfare anche nella Coppa Regione, la manifestazione riservata alle vincitrici dei quattro giorni.

Annata fantastica per il club del passionale Franco Lanzillotta, presidente capace, fra le altre cose, di puntare anche sulle persone giuste. Fra queste c’è proprio Emilio Guido, 39 anni da compiere il prossimo giovedì, tecnico emergente partito dal Cus in Terza categoria, per salire poi fino alla Prima, trasferendosi quindi alla Luzzese, negli anni condizionati dal covid. In questa stagione, finalmente, si è partiti e si è anche arrivati alla fine.

Il Real Montalto, grazie all’intuizione del ds Ferrante, ha puntato su Emilio Guido ed ecco questo fantastico Triplete. In tali situazioni è facile accostare il tecnico alla figura di Mourinho. Mister Guido in realtà è stato “Special” come José per tanti motivi: perché ha vinto, perché sa farsi seguire dalla squadra, perché è competente, perché lavora con scrupolo, perché sa toccare le corde giuste nello spogliatoio, perché sa allenare anche con il sorriso e anche perché è una persona perbene. Impossibile non apprezzare uno così: le vittorie vengono dopo. Prima ci sono altri valori e d’altra parte con un presidente di valore e di valori qual è Franco Lanzillotta, non poteva essere altrimenti per il tecnico che andiamo a conoscere meglio.

Ci facciamo raccontare, dal diretto interessato, una stagione magica, di quelle da incorniciare. Il Real Montalto ha vinto tutto. Ecco le riflessioni del condottiero dei vincitori, Emilio Guido il conquistatore.

Annata straordinaria: quando ha capito che c’erano le condizioni per poter vincere tutto?

«Si è stata un’annata fantastica. Ho capito che c’erano le condizioni per poter fare bene quando, nonostante mille difficoltà, i ragazzi hanno continuato a seguirmi facendo mille sacrifici, adattandosi a tante situazioni complicate e comunque hanno continuato ad allenarsi in maniera impeccabile. Il gruppo è stato la vera forza di quest’anno».

Cosa l’ha spinta a sposare la causa del patron Lanzillotta e cosa può dirci del presidente e della società?

«Sono andato a Montalto perché mi ha voluto fortemente il direttore Ferrante: avevamo iniziato insieme un progetto con la Luzzese lo scorso anno partendo benissimo (5 vittorie su 5 partite) prima che fermassero i campionati per via del Covid. A parte il direttore, che stimo tantissimo, ho trovato un presidente davvero speciale, persona seria ma soprattutto innamorata del Montalto e di Montalto. Tra i dirigenti vorrei quindi ringraziare per la vicinanza alla squadra il signor Carlo Cariati».

All’andata avete attraversato un piccolo periodo complicato, con due punti in tre giornate, compreso il ko con il Mirto: da lì una grande reazione: vi siete rialzati vincendo il derby. A cosa è stato dovuto quel momento difficile?

«In quella fase, tra partenze di giocatori importanti, il covid e infortuni vari siamo arrivati a quelle sfide davvero decimati: infatti ci siamo presentati in 12/13 uomini. Il derby con la Soccer forse ci ha dato le motivazioni giuste: quel giorno eravamo 11 contati con tre giocatori fuori ruolo e il morale a pezzi per la sconfitta con il Mirto ed i due pareggi. Eppure, nonostante tutto, i ragazzi hanno fatto una partita fantastica, vincendo il derby. Da lì in poi siamo stati impeccabili».

Come è riuscito a gestire il doppio impegno campionato – coppa?

«Il doppio impegno ci ha tolto tante energie però i ragazzi sono stati sempre molto disponibili e poi le faccio una piccola confidenza: con Franza spesso, a fine allenamento, ci siamo fermati a battere qualche rigore e per rendere la cosa più motivante, abbiamo immaginato, fin dal primo allenamento, di giocare la finale di Coppa Calabria con la Palmese, che finiva ai rigori. Praticamente abbiamo azzeccato anche la squadra avversaria! Nella vera finale, però, non ci sono voluti i rigori, abbiamo vinto nei tempi regolamentari».

Sono arrivati anche calciatori di esperienza come Mosciaro, Zangaro e Granata: mister Guido si è mostrato pure un abile gestore…

«Purtroppo dispiace che Mosciaro per problemi fisici abbia fatto solo qualche spezzone: per il resto lo abbiamo avuto poco a disposizione. Granata e Zangaro si sono integrati benissimo nel gruppo dei più giovani e hanno dato un grosso contributo, anche se tra i calciatori più esperti mi sento in dovere di spendere una parola per il sempre verde Caruso (classe 1983), un esempio in campo e anche per i più giovani. Fuori dal campo praticamente il fratello maggiore di tutti: per Francesco posso dire solo cose positive».

Ben diciotto calciatori a segno: anche questo è un motivo di orgoglio.

«Sì. Forse è la cosa che mi rende più orgoglioso quella di aver creato un gruppo omogeneo dove tutti sono stati importanti e dove tutti si sono sentiti parte del progetto. Da noi non ci sono stati calciatori protagonisti e altri meno: il gruppo ha vinto in egual misura».

A chi dedica questo storico triplete?

«Avrei mille dediche ma certamente ai miei due bambini (Ilaria ed Emanuele) e a mia moglie Tamara a cui ho rubato tantissimo tempo per dedicarmi al Montalto: nonostante tutto, loro mi sono stati sempre vicini. Un pensiero va anche al direttore Ferrante che mi ha coinvolto in questa avventura. Vorrei quindi fare un ringraziamento speciale al mio staff, che è stato determinante per tutto il campionato. Vanno dati grandissimi meriti al preparatore atletico Vito Millea, al mister dei portieri Simone Bellisario e al mister Ivan Salerno».

La prossima stagione rimarrà al Real Montalto?

«Qui ho trovato tante belle persone. Sono molto legato al presidente Lanzillotta, a suo figlio Giuseppe e a tutti gli altri dirigenti, però è ancora presto per parlare della prossima stagione».

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