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COSENZA – Spesso si parla della Calabria come possibile California d’Europa. Il riferimento, ovviamente, non è solo al clima mite per gran parte dell’anno, ma anche alle sue vocazioni. Saltato a piè pari l’industrializzazione, si era pensato che il futuro della Calabria potesse passare attraverso il terziario avanzato e in particolare verso l’innovazione. In questo campo si sono fatti tantissimi progressi come dimostrano diversi successi ottenuti ad esempio dall’Università della Calabria sul tema dell’innovazione tecnologica.

Simona Loizzo

Va registrato che non sempre però tutto fila per il verso giusto. La denuncia arriva via social dal capogruppo della Lega in consiglio regionale, Simona Loizzo. Il punto di partenza del ragionamento del consigliere regionale è l’agosto del 2020, quando il Mise selezionava 41 progetti nazionali. Bisognava individuare la rete degli European Digital Innovation Hub. I 41 progetti hanno avuto accesso alla call ristretta promossa direttamente dalla Commissione Europea. I vincitori verranno finanziati al 50% dall’Europa, tramite le risorse del Digital Europe Programme, e al 50% dall’Italia. Altri progetti riceveranno comunque il “seal of excellence” e saranno finanziati al 50% dall’Italia e il resto dovranno procurarselo attraverso accordi con i privati disposti a cofinanziare una ricerca applicata.

L’obiettivo di questi progetti era affidare ai vincitori il compito di “assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI, e della pubblica amministrazione attraverso l’adozione delle tecnologie digitali avanzate, Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni e Sicurezza Informatica”. Insomma roba che sembra essere perfettamente in linea con i ragionamenti che facevamo all’inizio.

Purtroppo però, questa la denuncia della Loizzo, sono solo 13 i progetti, secondo quanto riportato da Innovation Post, che hanno passato il vaglio della selezione europea. Avranno un contratto di sovvenzione per i primi 36 mesi (parrebbero circa 200 milioni) con la possibilità di estensione a 48 mesi. Sette anni quindi per costruire tutti insieme la transizione digitale dell’intero Paese. Altri 17 progetti sono stati ritenuti di buona qualità. Hanno ricevuto il “Seal of Excellence”. Non saranno finanziati dalla UE ma riceveranno un contributo del 50 per cento dal Governo nazionale. Undici invece gli esclusi. Tra cui alcuni eccellenti. «Purtroppo – scrive l’esponente della Lega – in particolare, il citatissimo LAiCy InnCal (Calabria)».

Si tratta di un progetto promosso da Unical, Università Magna Graecia di Catanzaro, Università Mediterranea di Reggio Calabria e CNR. Riguarda la costituzione di un Polo d’Innovazione Digitale operante in Calabria e focalizzato su Intelligenza Artificiale e Cybersecurity. «Pare che il progetto non avesse requisiti di qualità eccellente. In pratica tutte le nostre Università sarebbero state escluse. Speriamo non sia vero – conclude la Loizzo – Qualcuno raccontava che è l’ultima occasione per agganciare la nostra Regione e i nostri giovani al treno dell’innovazione. Se così fosse e se risultasse al vero la cocente bocciatura, forse la Regione Calabria dovrà farsi carico per intero del costo complessivo del progetto e puntare sulle nostre sole risorse.  Scommettere cioè che il progetto, ancorché bocciato dall’Europa, abbia invece una sua valenza intrinseca. Vedremo». 

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