La sede dell?Asp di Vibo Valentia
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Il concorso per dirigenti risale al dicembre del 2017 ma solo un mesetto fa i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere l’esito delle due prove ma per tre di loro – dopo un’attesa di addirittura quattro anni e mezzo – non è stato positivo. Gli stessi hanno così deciso di chiedere informazioni sui motivi escludenti ma avrebbero trovato un muro di silenzio all’Azienda sanitaria che non ha dato risposta alla richiesta di accesso agli atti. E così il caso è finito all’attenzione della Procura della Repubblica di Vibo a seguito di un particolareggiato esposto presentato dall’avvocato Paolo Pitaro, al quale i tre professionisti, tutti residenti fuori provincia, si sono rivolti.
Il fatto. La vicenda ruota attorno ad concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di tre posti di dirigente amministrativo indetto dall’Asp alla fine del 2017. I tre denuncianti hanno aderito al bando sostenendo entrambe le prove (scritta e pratica) ma a causa della burocrazia (non è infatti una novità la lentezza dei concorsi nella pubblica amministrazione) e successivamente dell’emergenza pandemica, i risultati degli esami sono stati pubblicati soltanto lo scorso mese di aprile. E nei confronti degli interessati l’esito è stato, come detto in precedenza, negativo.
Il passo successivo è stato quello di essere messi a conoscenza delle motivazioni che hanno indotto la commissione esaminatrice ad emettere il verdetto che ha escluso loro la possibilità di finire in graduatoria per poi essere chiamati nelle strutture sanitarie che avrebbero avanzato richiesta, e pertanto hanno presentato presso palazzo ex Inam istanza di accesso agli atti. Ma – per come ha riferito l’avvocato Pitaro – tale richiesta non è stata evasa dall’Asp in quanto non vi sarebbe stata alcuna risposta in tal senso. A questo punto i tre concorrenti hanno diffidato l’Azienda di Vibo Valentia «per non aver evaso, nei termini prescritti dalla legge, l’istanza di accesso agli atti formulata dai candidati a seguito della comunicazione dell’esito negativo della prova pratica.
Si tratta – si legge nella diffida a firma del legale del Foro di Catanzaro – di una grave omissione suscettibile, peraltro, di incriminazione penale che non può essere più tollerata da chi, dopo aver svolto un concorso pubblico, ha legittimamente chiesto di poter visionare la propria prova e i verbali prodotti dalla commissione d’esame, necessari per valutare le azioni giudiziarie da intraprendere».
Ma il caso non si è esaurito certo qui: della vicenda, infatti, è stata interessata la Procura di Vibo «affinché persegua ai sensi di legge i funzionari dell’Asp ritenuti responsabili delle eventuali ipotesi di reato che dovessero emergere all’esito delle indagini», mentre un ulteriore strada che i tre concorrenti intenderebbero intraprendere sarà quella che porta alla magistratura amministrativa.
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