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Il Project-manager che dovrà gestire il Pnrr? Meglio se ha maturato una certa esperienza nella cucina vegana o se per 2 anni ha lavorato alla cassa di un supermercato. Possibile? Entrambi rientrano tra i requisiti che i candidati possono aggiungere al loro curriculum per superare le selezioni di esperti della Pubblica amministrazione (PA).
Criteri discutibili, certo, se pensiamo che gli interessati dovranno occuparsi di programmazione e valutazione di progetti cofinanziati con fondi strutturali ma che si possono serenamente indicare sfogliando il menù a tendina nella sezione “skills” dei bandi.
Dimenticanza? Sicuramente un errore, un segno di fretta e approssimazione da parte di chi gestisce e impostato la piattaforma. Chi si candida deve possedere – si legge – pena l’ esclusione, il requisito inerente l’esperienza professionale corrispondente al “Codice avviso” per il quale viene presentata la candidatura. Ma se oltre ad aver maturato esperienza nella interlocuzione con i soggetti coinvolti nell’attuazione del Piano di ripresa e resilienza ha già gestito una pizzeria, un hotel, un bancone bar tanto meglio.
La piattaforma chiarisce che non sono attività rilevanti per l’Avviso relativo, utili dunque alla valutazione, ma potranno essere usate in seguito per filtrare determinate competenze. Se non risulti idoneo per fare il Project-manager, insomma, potrai essere selezionato per un supermercato.
Per una PA moderna e competente occorre investire sulle persone. È un mantra di questo governo. Insieme ai concorsi specializzati e velocizzati con nuove modalità di reclutamento delle professionalità necessarie al Pnrr. A questo scopo è stato creato il portale InPa e rilanciata la Scuola nazionale dell’amministrazione e di Formez-Pa.
E ancora: il rafforzamento degli enti locali, il decollo della piattaforma Capacity Italy per l’assistenza tecnica e progettuale di Regioni, Province e Comuni. Tutto questo non ha impedito svarioni come quello che vi stiamo raccontando.
Esempio pratico: nel bando per la selezione di n.121 professionalità di supporto all’Agenzia per la Coesione, scadenza 23 marzo 2022, sul portale appaiono tra le possibili indicazioni utili a valutare la candidatura dell’aspirante responsabile dei progetti: esperienza nella grande distribuzione (Gdo) o, in subordine, una decennale attività nella vendita al dettaglio. Più complicato sarà invece mettere una X nella casella in cui si può attestare di saper utilizzare l’affettatrice con salumi e formaggi. Competenza che potrebbe risultare persino inquietante dovendo il Project manager saper gestire all’occorrenza anche risorse umane ed economiche. Ma anche offrire consulenza al committente, ovvero alla PA, definire l’idea progettuale, intercettare un eventuale investitore privato, fare da interfaccia tra le imprese assicurando il rispetto dei costi e la qualità.
Nel caso del Pnrr il compito diventa strategico giacché i tempi di realizzazione non sono una variabile indipendente ma la condizione per poter utilizzare i fondi europei. Serve dunque una competenza trasversale. Un profilo a tutto campo, con esperienze in settori come la comunicazione, team working, problem solving, processi di controllo e leadership.
E nello specifico, esperienza nei piani di valutazione dei Programmi operativi nazionali e regionali cofinanziati dai fondi strutturali anche in ambito internazionale. Ma tutto fa brodo. Purché gli anni di esperienza professionale nel settore vadano indicati nella relativa voce “Esperienze professionali”, specificando per ogni esperienza inserita quanto richiesto nel bando.
Errore? Banale refuso? Una dimenticanza della società di ingegneria alla quale il committente si è rivolto – in questo caso, appunto, l’Agenzia per la coesione ad una società specializzata nello sviluppo e commercializzazione di software per il reperimento delle risorse umane (in-recruiting) – che nella fretta dettata dai tempi stretti imposti dalla Ue ha inserito i criteri sbagliati.
Facile immaginare il disorientamento di chi candidandosi ad un ruolo così strategico sia chiamato a certificare attività che non hanno nulla a che fare con il ruolo per il quale ci si propone. Le esperienze devono essere dichiarate solo se documentabili, anche ai fini dei controlli successivi, si spiega sul portale. Ai fini del calcolo degli “anni di esperienza professionale nel settore”, si considerano i periodi lavorativi espressi in mesi, anche non continuativi, maturati nello specifico settore indicato. Non sono cumulabili le esperienze lavorative svolte contemporaneamente nello stesso periodo.
Se insomma un concorrente prima di candidarsi per fare il responsabile di progetto ha già lavorato affettando salumi e nello stesso tempo in un ristorante di cucina vegana non si raddoppia. Idem se nel frattempo si è maturata “una relazione con adolescenti”, altra eventuale esperienza citata nel menu verrà presa in considerazione l’ esperienza ritenuta più qualificante. Quale delle tre?
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