L'istituto Spallanzani
3 minuti per la letturaROMA – Due nuovi casi di vaiolo delle scimmie in Italia 24 ore dopo il “paziente zero” in cui è stato isolato il virus. Lo “Spallanzani” di Roma conferma e convoca una conferenza stampa dove invita alla calma.
«La situazione è da attenzionare ma non desta allarme», rassicura Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto, che parla di «discrete condizioni di salute» per i 3 pazienti contagiati trattati con «una terapia sintomatica allo stato sufficiente”» e aggiungendo che «presso l’Istituto sono disponibili farmaci antivirali che potrebbero essere impiegati in via sperimentale qualora si rendesse necessaria una terapia specifica». «Non parliamo del vaiolo classico, questo è diverso per sintomi, che sono più lievi. Non ci si aspetta che abbia una capacità di diffusione molto vasta», dichiara a LaPresse Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr. Per Maga l’unica vera notizia «è che per la prima volta i contagi da uomo a uomo si sono verificati anche fuori dalle aree endemiche».
Gli fanno eco le parole dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, che disegna uno scenario «assolutamente sotto controllo», parlando di 30 contatti stretti dei contagiati già monitorati dal Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive (Seresmi). I medici e gli esperti dello Spallanzani invitano a «evitare di identificarla come malattia a trasmissione sessuale, o che riguardi in particolare gli omosessuali». Per Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, «è stato enfatizzato questo aspetto per l’osservazione di un cluster in un gruppo di uomini che fanno sesso con uomini. Ma non ci vedo la specificità che invece richiama l’Hiv, quindi ritengo giuste le proteste della comunità gay». Alla calma degli addetti ai lavori segue comunque la prudenza per evitare di ripetere gli errori del passato. I protocolli di controllo sui primati «saranno intensificati e mirati a eventuali specifiche di questo patogeno», spiega Francesco Petretti, presidente del Bioparco di Roma, il più antico giardino zoologico d’Italia. Che precisa: «Il rapporto con il pubblico non cambierà, le vetrate sono garanzia di interdizione, consentono di mettere al riparo gli animali dai disturbi e noi dall’eventuale diffusione del virus».
Si muovono anche le regioni: la Lombardia avvia il monitoraggio sul vaiolo delle scimmie – aggiorna l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, durante un convegno – e i centri di ricerca e analisi si mettono a lavoro sul sequenziamento del virus, seguendo l’esempio dei colleghi capitolini. Un portavoce della Commissione europea annuncia per martedì prossimo una riunione a tema “monkey pox” del Comitato di sicurezza sanitaria assieme all’Ecdc. L’inglese Telegraph parla di una riunione di emergenza fra esperti convocata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Dopo Regno Unito, Spagna, Portogallo e Italia anche Germania e Francia registrano i primi casi dentro i confini nazionali: la Bild tedesca riporta l’isolamento del patogeno all’Istituto di Microbiologia della Bundeswehr a Monaco di Baviera.
Oltralpe si tratta invece di un 29enne senza collegamenti di viaggio con i Paesi dove il virus circola abitualmente in Africa occidentale e centrale. Secondo l’Oms, fino al 2021 solo in 15 paesi nel mondo si erano registrati casi confermati negli umani.
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