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UN quadro impietoso della situazione economica lucana è quello tracciato nel corso dell’assemblea Cgil, dal neo segretario regionale, Angelo Summa. Che subito dopo aver affrontato le tematiche nazionali – e in particolare del Jobs Act, definito come «misura regressiva e profondamente iniqua» – è passato all’analisi del contesto locale. Una regione «sempre più povera», in cui «non c’è ombra di ripresa», alla prese con una fase recessiva «che non conosce tregua». E che anche sul fronte dell’export – a eccezione del comparto auto – continua a calare.
Ma Summa non si limita ad analizzare il quadro. Ne individua anche le cause. E, per il segretario, una chiara responsabilità è da individuare nel blocco politico e dalle sue conseguenze. «Le criticità partitiche – spiega – si sono spostate sulle istituzioni. E su questo un pò di chiarezza di funzione e ruoli sarebbe necessaria e auspicabile. Si vota un un presidente perchè questi governi e non perché faccia il capocorrente». Insomma, per Summa le istituzioni hanno bisogno di acquistare autorevolezza. A partire dall’esecutivo. Il segretario fa un passaggio sulle recenti fibrillazioni di Giunta e a Pittella manda a dire: «E’ necessario fare una scelta subito. Occorre dare stabilità alla regione». Dice di non voler entrare nel merito della discussione sulla composizione della nuova squadra di governo – «si tratta di decisioni che dovrà assumere il presidente – Ma l’importante è rimettere in moto la macchina». Rivendica anche una nuova stagione di concertazione con le parti sociali. Un accordo di legislatura che sia da bussola all’utilizzo di risorse in una visione di sviluppo. Perché, per il segretario regionale del sindacato, anche per la Basilicata è mancata una progettualità.
Ma Summa batte anche sulle misure frutto di precedenti accordi tra le parti e non ancora attuati: dal reddito minimo d’inserimento alla card sociale. E su quest’ultimo punto annuncia: «E’ frutto di un’intesa che risale ormai a dicembre scorso. Se ci saranno ulteriori ritardi siamo pronti alla mobilitazione». Le emergenze in corso non consentono distrazioni. «Quasi tutti i settori sono in crisi. Il sistema delle costruzioni – continua l’elenco – è fermo. Quello dei servizi, che aveva assunto, negli ultimi anni, un peso dominante nell’economia e nella società lucana è in caduta libera. Un settore quello terziario che riusciva ad assorbire parte dell’occupazione espulsa dall’agricoltura e dall’industria. Non è più così». E l’emergenza da cui bisogna cominciare è il lavoro. Snocciola i dati Svimez, che attesterebbero la disoccupazione lucana al 21,6 per cento. La Giunta regionale «non è riuscita nemmeno ad agganciare le grandi opportunità che ci sono sul territorio». Vedi il petrolio, o anche Fiat. E su quest’ultimo punto chiede: «Che fine ha fatto il tanto sbandierato Campus di Melfi?». Cita anche il caso dei 250 operai provenienti da Gela e diretti a Viggiano.
Poi aggiunge: «Il mio non vuole essere un attacco a 360 gradi alla governance regionale. Sia chiaro a tutti. Ma come organizzazione sindacale non possiamo esimerci dallo stigmatizzare quello che non va». A partire da quello snellimento della governance degli enti rispetto a cui c’è ancora molto da fare. E che deve diventare «un nuovo paradigma di come si interpreta il rapporto tra istituzioni e politica». Poi ancora un passaggio sul petrolio. Fermo restando il limite dei 154.000 barili, per Summa la vera questione non può che essere: come conciliare l’attività estrattiva alla tutela ambientale. In primo luogo «dando credibilità delle istituzioni deputate alle attività di controllo e monitoraggio ambientale». Il riferimento è chiaramente all’Arpa. Poi, le conclusioni: «Alla Basilicata serve un impegno straordinario per provare a costruire un programma di governo di legislatura che sappia affrontare le tante situazioni di crisi. Provando a ridare alla funzione istituzionale quella autorevole separazione tra interessi partitici, pur legittimi, e governo delle istituzioni». Attraverso scelte «coerenti, sapienti e trasparenti».

 

m.labanca@luedi.it

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