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La 75enne immortalata dalle telecamere dei carabinieri

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CATANZARO – La Procura di Catanzaro ha concluso le indagini a carico della 75enne, accusata di aver truffato lo Stato per aver percepito, per oltre venti anni, la pensione di invalidità in quanto fintasi cieca. Ieri mattina la sostituta procuratrice Irene Crea, titolare del fascicolo, ha disposto la chiusura delle indagini – e notificato la stessa alle parti – nei confronti di Anna Maria De Fazio, catanzarese, che secondo gli inquirenti, avrebbe finto per due decenni di essere non vedente allo scopo di venire riconosciuta tale dall’Inps percependo in tal modo il sussidio di invalidità di circa 1000 euro mensili.

Inoltre, il pubblico ministero, ha stralciato la posizione del dottor Marco Scicchitano, medico di Catanzaro, componente della commissione di valutazione Inps per il riconoscimento dell’invalidità civile alla De Fazio – e che ha determinato il riconoscimento dello status di “cieca assoluta” alla donna – in quanto, il medico sarebbe stato indotto in errore dall’indagata che al momento della visita oculistica avrebbe “mentito sulla sua reale percezione visiva”.

Come noto, l’inchiesta era partita a maggio del 2018 a seguito di una lite di vicinato, dalla quale le approfondite indagini condotte dai Carabinieri della stazione di Catanzaro Lido, avevano successivamente portato i militari a denunciare in Procura come l’indagata svolgesse senza alcun aiuto e nonostante lo stato di cecità accertata (era stata dichiarata affetta da grave diminuzione del visus bilaterale), azioni in modo del tutto normale e in piena autonomia.

A seguito di ulteriori accertamenti gli uomini dell’Arma avevano notificato alla De Fazio un decreto di sequestro preventivo per un valore di oltre 200 mila euro, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, corrispondente alla somma percepita “indebitamente” nel corso degli anni come trattamento pensionistico.

Secondo quanto accertato, alla 75enne era stata attribuita l’indennità di accompagnamento mensile pari a 915,18 euro e l’assegno sociale di 305,56 per un totale di 1.220,74 euro mensili, regolarmente percepiti dal 2005 fino allo scorso ottobre, a seguito di accertata grave diminuzione del visus bilaterale.

Il decreto era stato poi sospeso a fine ottobre dal Tribunale del Riesame che ha definito le mansioni che erano svolte quotidianamente dalla 75enne (quali, andare a fare la spesa, camminare autonomamente e senza accompagnatore per strada, salire e scendere dai veicoli) e riprese da telecamere come “attività ripetitive collaudate da anni” L’indagata è difesa dagli avvocati Domenico Viscomi e Rossella Sinopoli.

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