Il duomo di Crotone, la basilica di Santa Maria Assunta
9 minuti per la letturaCON LA elezione di don Serafino Parisi (nato il 1962 ad Isola Capo Rizzuto) a nuovo vescovo di Lamezia Terme, sono 7 i vescovi che provengono dal clero della diocesi di Crotone – Santa Severina.
Sono, infatti, oltre a lui: mons. Domenico Graziani (nato a Calopezzati il 1944, dal 1999 vescovo di Cassano allo Jonio, dal 2006 arcivescovo di Crotone-San Severina, di cui è emerito dal 2019); mons. Luigi Cantafora (nato a Scandale il 1943, dal 2004 vescovo di Lamezia Terme, di cui è emerito dal 2019); mons. Giancarlo Bregantini (nato a Denno provincia di Trento il 1948, dal 1994 ordinato a Crotone-Santa Severina, dal 1994 vescovo di Locri-Gerace e dal 2007 arcivescovo di Campobasso- Boiano); mons. Antonio Staglianò (nato ad Isola Capo Rizzuto il 1959, dal 2009 vescovo di Noto); mons. Fortunato Morrone (nato ad Isola Capo Rizzuto il 1958, dal 2021 arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova); e mons. Antonio Giuseppe Caiazzo (nato ad Isola Capo Rizzuto il 1956, dal 2016 arcivescovo di Matera).
Tutti sono sbocciati o fioriti nel lungo periodo dell’episcopato crotonese di mons. Giuseppe Agostino dal 1974 al 1998 e ben sei su sette sono stati professori dell’Istituto Teologico Calabro, di cui due direttori: Staglianò (per due legislature) e Graziani, un direttore della rivista dello stesso Istituto “Vivarium” ovvero mons. Parisi, e diversi hanno prestato insegnamento in varie facoltà teologiche pontificie, e con numerose pubblicazioni all’attivo.
Mons. Agostino, robusto intellettuale oltre che autorevole pastore, ha indirizzato la formazione spirituale, umana e culturale dei suoi sacerdoti, mettendo le basi per la crescita e l’attualizzazione teologica della vocazione sacerdotale al punto che ha fatto della diocesi crotonese il territorio calabrese più prolifico di vescovi. Appena arriva a Crotone chiama come suo segretario il giovane sacerdote Domenico Graziani, per poi mandarlo a Botricello, prima come coadiutore e poi parroco, fino al 1999 quando viene consacrato vescovo di Cassano allo Jonio e dal 2006 al 2019 arcivescovo di Crotone e santa Severina. Nel contempo, dal 1978 al 1999, è docente di Sacre Scritture e direttore dell’Istituto teologico calabro. Pubblica diversi saggi di esegesi biblica. Nomina subito anche Luigi Cantafora, vicario episcopale per la pastorale, l’anno successivo parroco di San Domenico in Crotone dove istituisce una comunità neocatecumenale, e lo incarica direttore dell’ufficio liturgico diocesano. Questi viene consacrato vescovo di Lamezia Terme il 2004.
Il Vescovo crotonese valorizza pure un sacerdote stimmatino proveniente dal Trentino, che lui stesso ordina nel 1978, e diviene noto sul piano nazionale per il suo impegno contro la criminalità organizzata: è Giancarlo Bregantini, consegue la Licenza in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana, e diviene docente di storia della Chiesa al San Pio X di Catanzaro. Per le sue esperienze operaie viene nominato delegato diocesano per la pastorale del lavoro; e assegnato alla parrocchia di Santa Chiara e cappellano del carcere circondariale di Crotone. Viene trasferito dalla sua congregazione a Bari, per essere parroco e cappellano ospedaliero, interviene spesso su Telenorba dalla Fiera del Levante. Eletto vescovo di Locri-Gerace il 1994 e poi arcivescovo di Campobasso – Boiano il 2007.
Un altro presbitero cresciuto sotto le ali di mons. Agostino è Antonio Caiazzo, consegue il baccalaureato in teologia presso il San Pio X e successivamente il dottorato in sacra liturgia al Pontificio ateneo Sant’Anselmo di Roma. Ordinato sacerdote nel 1981, dal 1985 è parroco di san Paolo Apostolo a Crotone. Nel frattempo viene impegnato sul piano diocesano, regionale come direttore dell’Ufficio Liturgico, e nazionale come membro della Consulta nazionale per la liturgia della CEI. Diviene docente di Sacra liturgia all’Istituto teologico calabro “San Pio X” di Catanzaro. Viene eletto arcivescovo di Matera – Irsina il 2016.
Il Vescovo intellettuale valorizza anche Antonio Staglianò, ordinato sacerdote il 1984, consegue alla Pontificia Università Gregoriana il dottorato in Teologia Fondamentale, per poi seguire corsi di specializzazione in Germania e si laurea anche in filosofia presso l’Università della Calabria nel 1995. Mons. Agostino lo impegna dal 1986 in diversi ministeri e incarichi: assistente diocesano della FUCI, assistente Spirituale dell’Ordo Virginum, direttore Diocesano degli Uffici Catechistico, Cultura, Scuola e Pastorale della Scuola. È stato membro del Consiglio nazionale dell’Associazione Teologica Italiana; professore alla Pontificia Università Gregoriana e non solo; teologo consulente del Servizio nazionale della Conferenza Episcopale Italiana per il progetto culturale; Ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Teologico Calabro, di cui è stato Direttore per due mandati; direttore per dieci anni della Rivista di Scienze teologiche Vivarium. Nominato da papa Benedetto XVI “adiutor secretarii specialis” alla XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (Roma dal 2 al 23 ottobre 2005) sul tema: «L’Eucarestia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa». Eletto dal Consiglio episcopale permanente della Conferenza Episcopale Italiana, membro della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali. Membro ad sexennium per il Consiglio Internazionale per la Catechesi (COINCAT), organismo consultivo della Congregazione per il Clero. Il 2009 viene eletto vescovo di Noto. Autore di numerose pubblicazioni e fondatore della Pop-Theology.
Il Vescovo Agostino ha valorizzato pure Fortunato Morrone, che consegue il baccalaureato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e viene ordinato il 1983, consegue la licenza e il dottorato in teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel corso degli anni è parroco in molte comunità (Melissa, Santa Maria Prothospataris a Crotone, Visitazione della Beata Vergine Maria a Le Castella, San Leonardo di Cutro). Si occupa dei giovani dell’Azione Cattolica sia in diocesi che in regione, e diviene delegato diocesano della pastorale giovanile. Dal 1986 insegna teologia dogmatica alla Scuola di Formazione teologica-ministeriale Unus Magister di Crotone e dal 1989 presso l’Istituto teologico calabro, e dal 2009 è ordinario di teologia sistematica presso lo stesso Istituto. Eletto alla sede arcivescovile di Reggio Calabria – Bova il 2021.
L’ultimo vescovo del vivaio agostiniano è Serafino Parisi, presbitero dal 1987, consegue la licenza in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, per poi laurearsi in filosofia presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, completando la sua formazione con uno stage di studio a Gerusalemme. È stato docente di ebraico, greco del Nuovo Testamento ed esegesi biblica presso l’istituto teologico calabro e della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli. Direttore di Vivarium, rivista di scienze teologiche e direttore della scuola biblica “Bêt Jôseph” dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. Autore di diverse voci di dizionario e di numerosi articoli pubblicati su riviste specializzate e in opere collettanee. Eletto vescovo di Lamezia Terme il 7 maggio 2022. Le linee pastorali dei vescovi agostiniani sono marcate da carità intellettuale e valore della conoscenza, e dalla diaconia ecclesiale. L’antica e vetusta Kroton è città di Pitagora, florido centro della Magna Grecia, ma anche detta la Stalingrado del Sud, la città operaia capitale industriale della Calabria, con la Montedison, la Pertusola Sud, l’Enichem ed altre ancora. Giovanni Paolo II a Crotone il 7 ottobre 1984 confessò la sua “singolare vicinanza … per il mondo del lavoro, nel ricordo dell’esperienza personale di operaio” che gli ha consentito di comprendere dal di dentro e più a fondo il “Vangelo del lavoro”.
Crotone è dunque la città di colui che pensò l’arte di saper vivere e che con la semina dell’Arcivescovo pensatore è divenuta Terra dei vescovi. Egli ha curato una sua “scuola pitagorea” per i giovani sulla via del sacerdozio e dell’episcopato, forgiati nell’arte pastorale, nel sapere teologico e nella sapienza filosofica. Non posso dimenticare un altro vescovo in Calabria che ha ordinato ed accompagnato con mano paterna molti sacerdoti, mons. Vincenzo Rimedio, anche lui pastore filosofo, che per ben 22 anni ha guidato con saggezza ed equilibrio la diocesi di Lamezia Terme, precisamente dal 1982 al 2004.
Il vescovo Giuseppe Agostino fu una delle menti più autorevoli ed illuminate, nella Calabria tra gli anni ’70 e 2000 puntellata dai Convegni Ecclesiali Regionali, con un vivace Consiglio Ecclesiale Regionale, dall’Osservatorio Scientifico Regionale della CEC, che crearono una crescita considerevole sul piano della coscienza cristiana e della comunione ecclesiale, oltre ad una elevazione evidente nel campo della conoscenza critica della vita cristiana e civile e della capacità di fare discernimento intelligente sulla realtà calabrese al fine di sollecita una pastorale feconda nella storia.
Una stagione feconda e profetica di cui sono diretto testimone perché vi partecipai in prima persona. E nella mia esperienza ecclesiale sul piano regionale dagli anni ’80 in poi, l’ho sempre avvicinato a mons. Antonio Cantisani, altra colonna episcopale e robusto intellettuale. Mons. Serafino Parisi troverà la mia diocesi di Lamezia Terme un po’ stordita per il cambio episcopale inaspettato, ma ricca di semina – oltre che del suo co-diocesano mons. Cantafora – di mons. Vincenzo Rimedio, simbolicamente patriarca della Calabria in virtù anche dei suoi 94 anni e del suo instancabile impegno di discernimento ed orientamento ecclesiale nel campo culturale e mediatico al punto da proporre ai suoi confratelli vescovi, dall’alto della sua saggezza profetica, “la nuova frontiera dell’umanesimo in Calabria”. Egli ha offerto la sua testimonianza ecclesiologica tra verità e carità – i due pilastri della sua formazione personale e motto episcopale – ponendo la comunità cristiana ed il suo territorio sulla via “verso la città dell’uomo e di Dio”, come recita il titolo della sua più illuminata Lettera pastorale, e secondo le linee del Concilio Ecumenico Vaticano II approfondite comunitariamente dal Sinodo Diocesano da lui promosso a cavallo degli anni ’80-’90.
La diocesi di Lamezia ha avuto un sussulto di fiducia spirituale e resa amorevolmente viva da mons. Giuseppe Schillaci, meteora luminosa, anzi stella cometa che ha attraverso i cieli dell’istmo lametico aspergendo il profumo della mitezza e della benevolenza; una figura carismatica di alta spiritualità e di fine intelligenza, un parlare gentile, uno sguardo amorevole incorniciato da gesti gentili. Egli ha toccato la terra lametina con rispetto e sensibilità, sinceri sentimenti, saggezza culturale e grazia di prossimità umana e per questo, il popolo credente e non lo ha subito accostato all’indimenticato mons. Vittorio Moietta, in odore di santità, vescovo di Nicastro (oggi Lamezia Terme) dal 1961 al 1963. Un patrimonio storico ed ecclesiologico che il nuovo Vescovo di Lamezia Terme, l’ultimo della Terra dei vescovi, saprà valorizzare e mettere a frutto, sentendosi evangelicamente servo inutile per, come recita il motto del Vescovo uscente, “Ministrare non ministrari”.
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