Roberto Occhiuto e Anna Parretta
3 minuti per la letturaGIOIA TAURO – «Il raddoppio del termovalorizzatore? Una scelta contraria ai principi dell’economia circolare ed alle politiche ambientaliste». Legambiente si schiera dalla parte degli amministratori locali e dei cittadini nella querelle nata intorno all’intenzione della Regione di raddoppiare l’impianto di contrada Cicerna a Gioia Tauro.
L’associazione ambientalista presieduta da Anna Parretta ribadisce la propria posizione dopo l’incontro tra il governatore Roberto Occhiuto e una rappresentanza dei sindaci della Piana di Gioia Tauro avvenuto l’altro ieri alla Cittadella di Catanzaro. Un incontro che ha confermato le posizioni divergenti tra Regione e sindaci, con Legambiente che si schiera dalla parte di questi ultimi.
«Nessuna persona civile ed onesta – sostiene il presidente di Legambiente – vuole avere i rifiuti per le strade della Calabria, in nessuna stagione dell’anno e non solo d’estate quando dovrebbero arrivare i turisti, ma per realizzare davvero l’obiettivo la risposta non è bruciare i rifiuti con tutte le evidenti conseguenze su ambiente e salute, ma differenziarli e trasformarli da problema in risorsa, costruendo sul territorio gli impianti della filiera del riciclo».
Parretta nella sua analisi non manca di lanciare qualche frecciata alla Regione: «Suscita sconcerto – sostiene il presidente di Legambiente – assistere al gap tra le dichiarazioni di principio e quanto poi l’amministrazione regionale intende realizzare in concreto su alcuni territori. Una realistica visione del futuro della Calabria, che allo stato sembra mancare, non può che basarsi sulla normativa europea in materia di rifiuti e sugli obiettivi di contrasto alla crisi climatica nel rispetto dei vincoli posti dagli accordi di Parigi del 2015 e dal Green Deal Europeo per la riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera».
Per Parretta la questione termovalorizzatore deve essere affrontata su piani ben distinti perché manutenzione non significa per forza raddoppio: «Non si deve confondere il piano della manutenzione straordinaria dell’impianto e dei lavori di riefficientamento del termovalorizzatore per adeguarlo alle migliori tecnologie disponibili e renderlo meno inquinante possibile, con il piano, ben diverso, del suo raddoppio. Dovrebbe apparire chiaro a tutti che il raddoppio del termovalorizzatore richiederebbe anni per la sua realizzazione, così contraddicendo la prospettiva di rappresentare la soluzione della perenne emergenza rifiuti e sottrarrebbe risorse alla vera priorità costituita dagli impianti di riciclaggio».
«Soprattutto – aggiunge Parretta – il raddoppio comporterebbe la necessità di alimentare il termovalorizzatore di rifiuti, sino a bruciare circa un terzo dell’intera produzione calabrese, andando in direzione opposta rispetto alla tutela ambientale, alla raccolta differenziata ed all’economia circolare basata sulla riduzione dei rifiuti, sul riuso e sul riciclo». Il faro, per Parretta, deve essere la normativa UE che «è chiarissima nell’indicare obiettivi di riciclaggio dei rifiuti molto elevati già nei prossimi anni (per i soli rifiuti domestici al 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035), ma la Calabria è attualmente penultima a livello nazionale per raccolta differenziata con una percentuale inferiore al 50%.
Un futuro vicinissimo che richiede interventi celeri e progetti basati su una visione chiara di medio e lungo termine. La sensazione purtroppo, – conclude il presidente di Legambiente – è che la Calabria, ancora una volta, stia rischiando di andare nella direzione sbagliata».
Sul fronte della protesta, intanto, è da registrare una nuova mobilitazione prevista per le 18 di oggi presso l’aula consiliare del Comune di Cinquefrondi dove si incontreranno istituzioni, cittadini e associazione contrari al raddoppio.
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