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CROTONE – «Non è ammissibile che in un ospedale italiano non sia possibile reperire un tecnico che effettui l’esame ecodopler soltanto perché è domenica». E’ la denuncia dell’avvocato Francesca Pesce, alla base di un esposto con cui si chiede sia effettuata l’autopsia sul corpo di un giovane di Crotone, Marco Muscarà, di 32 anni, morto il 30 marzo scorso, dopo 28 giorni di ricovero nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dove era stato trasferito in seguito a un incidente. A due giorni dal decesso, infatti, non è stata ancora disposta l’autopsia dalla Procura del capoluogo calabrese.
L’avvocato Pesce, legale dei familiari della vittima, chiede anche che siano accertate eventuali responsabilità mediche. Secondo l’esposto, l’aggravamento delle condizioni cliniche è da ricondurre alla negligenza dei sanitari dell’ospedale di Crotone in quanto, nonostante il giovane lamentasse di non sentire l’arto, non si è riusciti, al momento del ricovero, avvenuto alle 14,30 dell’1 marzo scorso, di domenica, a rintracciare un tecnico addetto all’esame ecodopler e soltanto dopo nove ore, alle 21,30 è stata eseguita una Tac da cui è emersa una lesione dell’arteria femorale che aveva impedito l’afflusso di sangue alla gamba destra.
Una circostanza in seguito alla quale, dopo il trasferimento nell’ospedale di Catanzaro, si è resa necessaria l’amputazione dell’arto. La morte è sopraggiunta la mattina del 30 marzo.
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