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Lo scoop è verità illusoria che vìola, per sesso o sfida, ogni sacra intimità; è il passato infranto. Se tutto è scoop siamo nudi, senza intimità. Non è né la porta del cielo né dell’inferno. È solitudine senza verità. Triste spiaggia ove s’infrange il proibito.
Ci si immaginava liberi, siamo invece soli e appiattiti. Privi del sottile delirio che sfida l’arcangelo morale. Bene El Pais: “le fakenews erano, un tempo, le uniche verità”.
Da scoop e fakenews, regola morta, solo il volgo si salva.
Ancora ritiene che calpestare d’abitudine la morale, porti al fallimento.
ccezione: i potenti. Mai fare guerre che si è certi di perdere. Il vero potere sempre vince e scambia il delirio con la saggezza. Opinion maker, fakenews e tecnologia sono armi dei signori della terra. Per questo il volgo, confinato nel marketing e nello scoop è in confusione.
L’Occidente ha smarrito il proprio oriente. Più non sa perché ha dominato il mondo. Ha smarrito il sapere della povertà. Con la cultura del supermercato ingoia ogni cosa e s’illude che l’uguaglianza stia nell’appiattimento acritico. Tragico e assurdo tornare indietro. Ha sapore di pazzia.
L’Occidente è, ora, banale supermarket, ove potenti e umiliati si legittimano a vicenda, senza fantasia e ansia del proibito.
Alla tecnologia si dedicano templi, elegie e sinfonie, con scienziati, poeti e parolieri inebriati, da successo e TV. Scoop e valori sfoggiano lo stesso frack. Scuola, chiesa, famiglia, azienda e democrazia adorano la ragione e temono la fede.
Per chi ha fede, vita, morte, letteratura, teatro e poesia mai sono banali. Poveri e volgo s’esaltano nell’arte di strada, termometro di curiosità.
Eroi, attori e attrici, inventori, artisti e poeti sono profeti di sfida, ribellione, rabbia e pace del mondo.
Sono la porta terrena del cielo. È il momento della scelta: tra tsunami atomico e rinascita creativa.
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