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NON è come la racconta Pedicini la questione legata alal bonifica dell’area Sin di Tito. A dirlo è lo stesso dipartimento ambiente della Regione Basilicata. Due giorni fa l’eurodeputato 5 Stelle Piernicola Pedicini ha annunciato la presentazione di una interrogazione in commissione europea per chiedere di velocizzare la bonifica dell’area della ex Liquichimica di Tito Scalo. Secondo Pedicini la Regione avrebbe fatto poco per procedere alla bonifica del sito di interesse nazionale, insistendo soprattutto sul fatto che c’è una disponibilità di fondi europei che potrebbe essere utile all’avvio delle procedure.
Ma secondo il dipartimento ambiente non c’è immobilismo, anzi. Attualmente, però, resta in attesa delle determinazioni del ministero dell’Ambiente e della Prefettura «per porre in essere le ulteriori azioni di bonifica delle aree». ma a che punto siamo?
Il progetto preliminare di prosecuzione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda (codice Cbmt01), propedeutico alla preparazione dell’appalto integrato, redatto dall’Asi assieme all’Ispra è stato già consegnato, ad ottobre del 2014, al ministero. Il documento, peraltro, è stato discusso nella conferenza dei servizi tenuta il 12 febbraio del 2015.
Il progetto, in questo contesto, «ha ottenuto in via prioritaria un sostanziale parere favorevole, da formalizzare a seguito di specifiche integrazioni richieste dalla Commissione Tecnica insediata in seno al ministero». Pochi giorni fa, il 13 marzo del 2015 queste integrazioni sono state spedite, ma ad oggi «si è in attesa delle risultanze della Commissione Tecnica e della relativa indizione della Conferenza di servizi decisoria».
Questo per quanto riguarda la mess ain sicurezza e la bonifica delle acque di falda. Per quanto riguarda invece la pulizia dell’area fluviale inclusa nel sito di interesse nazionale «si è reso necessario definire un piano di campionamento ed analisi, richiesto da Ispra ed effettuato da Arpab.
Analisi che l’Arpab ha consegnato è datata metà dicembre 2014 e «sono state utilizzate da Ispra per la definizione progettuale».
La cosa interressante è che secondo gli ultimi dati trasmessi sui sedimenti fluviali e le acque superficiali non sarebbe necessaria la bonifica. Il passaggio è chiaro: «I dati ultimi trasmessi da Ispra relativi alle acque superficiali e sedimenti indicano uno stato ambientale che non necessita di interventi di bonifica».
C’è poi da affrontare i problemi di messa in sicurezza e bonifica delle scorie siderurgiche e di messa in sicurezza permanente del bacino fosfogessi. In tutte e due i casi il problema sta nelal radioattività «rilevata da Arpab nel corso del 2013, condizione che ha determinato l’attivazione della procedura che di fatto, ha sospeso l’approvazione già intervenuta nel 2013 dei progetti previsti dall’Accordo di programma quadro».
Proprio per questo il Consorzio Industriale della Provincia di Potenza, «coadiuvato da un esperto qualificato e da tecnici di Ispra, ha dovuto redigere il nuovo piano della caratterizzazione radiologica e monitoraggio in osservanza del parere espresso dalla Commissione Tecnica Prefettizia» che è stato presentato l’otto ottobre del 2014.
«In particolare – scrive il dipartimento Ambiente – per la redazione di detto piano si sono rese necessarie indagini ed analisi radiologiche inizialmente non previste, i cui risultati, per esigenze strettamente tecniche, sono stati resi disponibili il 10 dicembre 2014. E’ a partire da tali risultati che è stato possibile completare il piano della caratterizzazione radiologica e monitoraggio». Tutto questo è stato riconsegnato il 19 gennaio alla prefettura.
Qui le cose si sarebbero arenate in attesa di una comunicazione da parte della prefettura.
«Nonostante in data 11 febbraio 2015 i responsabili interessati abbiano partecipato all’incontro indetto dalla Prefettura con la Commissione Tecnica Prefettizia, durante la quale è stato anticipato la conclusione della valutazione e la sua formalizzazione entro la fine del mese di febbraio; nonostante molteplici contatti telefonici avuti con la Prefettura; nonostante una formale sollecitazione alla Prefettura a voler provvedere con ogni sollecitudine a che la Commissione Tecnica Prefettizia concluda la valutazione di sua competenza, ad oggi non è pervenuto l’esito della valutazione prefettizia necessaria per mettere a gara la caratterizzazione radiologica e monitoraggio del bacino fosfogessi». C’è quindi attesa per capire cosa dirà l’ufficio prefettizio sulla questione. Ma ancora regna il silenzio nonostante le «ripetute sollecitazioni».
v.panettieri@luedi.it
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