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POMARICO – Le frane vanno fermate con altri interventi.
Potrebbe essere questo, il motivo di fondo dei tre nuovi progetti preliminari, approvati il 16 febbraio scorso dalla giunta comunale guidata da Mancini.
Stiamo parlando, per esempio, del progetto di consolidamento e sistemazione idrogeologica del “Fosso Cutana”, per un importo di 1.500.000 euro (progetto redatto dal tecnico comunale Angelotti); come del progetto di consolidamento e sistemazione idrogeologica del fosso “San Pietro” e zone limitrofe, per un importo complessivo di 900.000 euro (progetto firmato dal tecnico Pignatelli); e, infine, del progetto di consolidamento e sistemazione idrogeologica della zona a valle di via Verdi (altri 220.000,00 euro).
Ogni lavoro è dotato di premessa: “(…) a seguito di eventi alluvionali, che hanno interessato il territorio pomaricano, la zona risulta caratterizzata da estesi movimenti franosi, crolli di scarpate e smottamenti, tanto da rendere l’intero quartiere pericoloso per la pubblica incolumità”.
In quanto il materiale è sempre spedito alla Regione Basilicata. Che finanzierà l’opera. Ma per correttezza occorrerebbe, comunque, precisare si tratta d’una condizione praticamente fisiologica di spicchi importanti di suolo e sottosuolo del paese.
Dove il territorio comunale, è sempre noto, si sa circondato dalla bellezza misteriosa quanto davvero “pericolosa” di ben 5 fossi. Condizione che spaventa e tiene in costante allerta un po’ tutti.
Tranne, forse, chi negli hanno potrebbe aver edificato in punti già ad altro rischio. E chi, nel tempo, ha continuato imperterrito nell’opera di devastazione del territorio tutto. Sia non tutelandolo e proteggendolo.
Sia, addirittura, dando libero sfogo alla voglia di piromania che in qualche hanno ha consumato troppi ettari di patrimonio boschivo dei nostri territori. Quindi, togliendo con gli incendi continui, in tanti mesi estivi, specie degli ultimi anni, difese naturali alla terra.
Quello di Pomarico resta un territorio martoriato, soprattutto in aree densamente abitate, dove ad ogni batter di pioggia si teme il peggio. Lo testimoniano i cedimenti degli ultimi due anni, che hanno messo decine di famiglie in preallarme.

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