1 minuto per la lettura
POTENZA – «Woodcock? Dovrebbe pagare lui i 40mila euro di risarcimento per mio padre, non i cittadini italiani che non c’entrano nulla».
Così Emanuele Filiberto di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele, a La Zanzara su Radio 24, attaccando il pubblico ministero che condusse le indagini sul padre, qualche anno fa ingiustamente detenuto in carcere per una settimana e poi prosciolto da ogni accusa. «Woodcock – dice Emanuele Filiberto – non lo considero nemmeno, è un niente, un vuoto, e la cosa peggiore è vederlo ancora al suo posto a fare danni, non c’è un processo che è riuscito a portare a buon fine».
E il giovane Savoia prosegue: «Woodcock dovrebbe essere cacciato e pagare lui il risarcimento invece dello Stato». «Un cittadino normale – aggiunge – sa che se fa una cazzata viene punito, lui ha messo qualcuno in prigione ed è ancora lì». Poi racconta: «Papà fu preso alla frontiera svizzera, portato a Potenza, fece qualche giorno di carcere, un mese di arresti domiciliari e tre mesi di divieto di espatrio, più uno sputtanamento sulla stampa mondiale. Ma la cosa più vergognosa è che fece mettere cimici e telecamere nella cella, lo sedarono con dei pilloloni per farlo parlare del processo di Cavallo, sapendo che non avevano in mano nulla. Erano calmanti per spiarlo nella cella. Quando è uscito dal carcere non l’ho riconosciuto, quella vicenda lo ha segnato profondamente».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA