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CROTONE – Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, fu pedinato da tre pattuglie di carabinieri in borghese quando venne a Crotone per presentare la fondazione “Ricostruiamo il Paese insieme”, il 29 gennaio 2012. Da quando sbarcò all’aeroporto di Lamezia Terme all’affitto di un’auto Citroen “C4” alla sosta negli uffici della Procura della Repubblica di Catanzaro fino alla cena con politici e imprenditori crotonesi.

C’è anche questo nella mastodontica informativa dei carabinieri denominata Kyterion, alla base del fermo con cui è stato colpito il “locale” di ‘ndrangheta di Cutro sul finire del gennaio scorso e riportata in un ampio servizio pubblicato oggi sull’edizione cartacea del “Quotidiano”. 

I movimenti del politico leghista furono monitorati dai carabinieri del Reparto operativo di Crotone probabilmente nell’ambito di accertamenti sul presunto sostegno elettorale a Tosi da parte della famiglia Giardino di Isola Capo Rizzuto, ritenuta contigua alla criminalità organizzata. I Giardino, imprenditori operanti da anni nel Nord-est – a Verona gestiscono imprese edili e distributori di carburante – avrebbero avuto rapporti con ambienti istituzionali veronesi, con particolare riferimento a un appalto “pilotato” per la realizzazione di un centro sportivo che speravano di ottenere in seguito al sostegno al “politco amico”. 

Dal complesso delle intercettazioni si ricaverebbbero contatti in tal senso con l’assessore veronese Marco Giorlo. Sul presunto sostegno elettorale, secondo la ricostruzione dei carabinieri, illuminante sarebbe una conversazione intercettata nel maggio 2012 nel corso della quale l’impenditore cutrese Gino Frontera, tra i fermati nell’inchiesta Kyterion, riferirebbe dell’appogio di Alfonso Giardino a Tosi. «Sono in festa là a Verona, ha vinto quello che appoggiavano loro».

 

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