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L'ospedale "Jazzolino"

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VIBO VALENTIA – Dieci milioni di euro. È questa, la somma prevista per l’ospedale “Jazzolino” di Vibo nell’ambito delle risorse contenute nel Piano nazionale di resistenza e resilienza. Tramite esse sarà possibile effettuare quelle opere strutturali necessarie per rendere più funzionale una struttura che porta, ben visibile, il peso dell’età, visto che la sua costruzione risale quasi a 60 anni fa (fu infatti realizzato nel 1965). Ma quello che sconcerta a leggere il documento è che l’edificio è addirittura privo di adeguamento sismico e delle necessarie verifiche.

Nel decreto del Commissario ad acta per la sanità, il governatore regionale Roberto Occhiuto, vengono poste in evidenza una serie di voci afferenti all’edificio, a partire dai dati tecnici (163 posti letto, per una superficie di 13.500 metri quadri), per poi passare ad altre quali ad esempio l’adeguamento sismico che, come detto, risulta inesistente, con la struttura che ricade in una zona sismica di scala “1”. Sempre nel documento della Regione viene posto in evidenza l’assenza di verifiche tecniche previste dall’ordinanza del Consiglio dei ministri del 2003, con la stima per le spese che ammonta a 114mila euro da effettuarsi su una superficie di 13mila metri quadri. Risultano quindi da avviare la progettazione dell’intervento di miglioramento.

L’ultima parte dello schema attiene alle tempistiche di realizzazione e al riguardo emerge che al 31 dicembre dell’anno in corso deve concludersi la fase della progettazione; al 31 dicembre del 2023 fino allo stesso termine del 2025 è prevista l’esecuzione dei lavori, con il collaudo programmato per il 31 dicembre del 2026, termine ultimo entro il quale le somme impiegate devono aver portato alla realizzazione di tutti gli interventi.

Il nosocomio “Jazzolino” necessita, com’è noto ai più ormai, di interventi strutturali per ridurre le criticità che la pandemia ha messo maggiormente in risalto portando ad una sofferenza cronica dei reparti, molti dei quali col passare del tempo sono stati soppressi. Ad oggi la comunità vibonese è sospesa tra la presenza di un ospedale “Spoke” che ha la necessità di continuare ad erogare servizi all’utenza per quanto possibile – il che non è facile vista la carenza di personale e la cronica ritrosia di figure professionali di prestare servizio in queste realtà, tanto che numerosi bandi, anche per primariati, sono andati deserti – e l’annunciata realizzazione del nuovo presidio ospedaliero che però – a parte le opere complementari (tra l’altro in corso da due anni) – resta, nero su bianco, su carta nonostante a più riprese si ponga in evidenza l’esigenza di accelerare l’iter. Ma, di fatto, al momento si è ancora nella fase degli annunci.

E intanto le aggressioni al personale sanitario dello “Jazzolino” – sempre più in affanno – continuano a verificarsi, l’ultima proprio l’altro giorno, vittima una dottoressa presa per il collo dal figlio di un paziente che attendeva da un giorno il trasferimento in un altro ospedale visto che l’ortopedia di quello di Vibo risulta, di fatto, chiusa. Dottoressa che, a causa della penuria di medici (e infermieri), nonostante l’aggressione subita è stata costretta a finire il turno prima di tornare a casa.

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Fabio Grandinetti

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