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BOLOGNA – A distanza di quasi due mesi dall’operazione Aemilia che lo ha coinvolto (LEGGI LA NOTIZIA CON TUTTI I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE) Giuseppe Iaquinta, padre del giocatore della nazionale e della Juventus Vincenzo (LEGGI LA NOTIZIA DELLA PERQUISIZIONE DELLA CASA DEL GIOCATORE), è stato scarcerato dal Gip Alberto Ziroldi che ha revocato la misura di custodia cautelare in carcere e ha rimesso in libertà l’uomo.

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Giuseppe Iaquinta era arrestato a fine gennaio nell’ambito dell’inchiesta Aemilia della Dda di Bologna contro la ‘ndrangheta, in particolare nel Reggiano. Iaquinta, imprenditore, è accusato di associazione di tipo mafioso. Il giudice ha accolto l’istanza presentata dal difensore di Iaquinta, l’avvocato Carlo Taormina. 

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L’ordinanza ha tenuto in considerazione, nella decisione, l’esposto alla Procura di Bologna con cui Iaquinta si ‘autodenuncio’ nei mesi scorsi, invitando «gli organismi requirenti da un lato a svolgere attività investigativa sul proprio conto a dimostrazione dell’insussistenza di legami con le organizzazioni criminali di tipo ‘ndranghetista» dall’altro denunciando «abusi che si assume posti in essere a suo danno a seguito della legge della iscrizione alla cosiddetta ‘white list’» delle imprese. 

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In seguito sempre Iaquinta, con Taormina, sollecitò sul punto anche la Procura nazionale antimafia. Per il giudice tutto ciò non sarebbe in sostanza compatibile con «il diffuso atteggiamento di riserbo e omertà e understatement che connota la condotta degli appartenenti ai sodalizi mafiosi, in specie per quanto riguarda gli affari, e che rende del tutto sconsigliate o sconsiderate iniziative estemporanee» come quella di Iaquinta. Questa condotta ‘incoerente’, «disvela dunque potenzialità tali da segnare una consapevole presa di distanza dall’ambiente di appartenenza».

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