Gli accertamenti della guardia di finanza
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Lauree, diplomi e attestati senza alcun valore, ma venduti per migliaia di euro a quanti pensavano di avere trovato un modo per ottenere un titolo utile. Un meccanismo individuato a Reggio Calabria, grazie all’inchiesta che ha portato ad evidenziare reati quali associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi e autoriciclaggio.
Sulla base di queste contestazioni i finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria e personale della Polizia Metropolitana reggina hanno eseguito, questa mattina, su delega della locale Procura della Repubblica, un’ordinanza di custodia cautelare personale e patrimoniale, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di dieci persone.
Gli accertamenti avrebbero consentito di delineare l’esistenza e l’operatività – dietro la parvenza di un centro di formazione internazionale, falsamente riconosciuto e convenzionato con enti pubblici ed università italiane e straniere – di un’associazione per delinquere, stabile e strutturata, attiva fin dal 2016, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati-fine (quali truffe, falsi ed autoriciclaggio), che sarebbe riuscita ad accumulare proventi delittuosi per milioni di euro, raggirando decine e decine di vittime.
Le indagini sono state avviate proprio per verificare le denunce da persone truffate che avevano frequentato alcuni corsi offerti dal centro di formazione, ma i cui titoli erano stati ritenuti non validi nell’ambito di procedure valutative del personale, all’interno di pubbliche amministrazioni.
Il provvedimento cautelare dispone la misura cautelare in carcere nei confronti di tre donne di Condofuri (RC), madre e figlie, gli arresti domiciliari nei confronti di altri cinque soggetti residenti nella Locride, a Roma, a Trani (BAT), a Terracina (LT) ea Rho (MI) e l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altri due, residenti a Locri (RC) e a Ribera (AG).
La procura ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di rapporti finanziari e due immobili di pregio nel Comune di Roma, nella centralissima Via degli Scipioni, nella disponibilità dei promotori dell’organizzazione. I beni, del valore complessivo di oltre 3.200.000 euro, sono considerati il provento dell’attività illecita posta in essere dai componenti dell’associazione e oggetto di autoriciclaggio.
Le persone indagate fornivano diplomi di laurea di università straniere con la relativa omologazione, di università italiane telematiche nonché certificati di conoscenza della lingua inglese e abilitazioni all’attività didattica nell’ambito dell’assistenza educativa. Le attività formative, dai prezzi esosi, erano organizzate in varie sedi, ma non erano riconosciute dalle istituzioni preposte. In alcuni casi, i titoli erano rilasciati senza la frequenza di alcun corso o il superamento di alcun esame.
Una delle promotrici dell’associazione è indagata anche per appropriazione indebita poiché, in qualità di rappresentante legale di un sindacato di Condofuri, si sarebbe appropriata di circa 300.000 euro depositati sul conto corrente dell’organizzazione sindacale, mediante prelevamenti e bonifici su conti correnti propri o dei familiari.
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