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Il tribunale di Paola

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BELVEDERE (COSENZA) – Si è svolto ieri in Procura a Paola il cosiddetto “incidente probatorio”, durato diverse ore, alla presenza delle cinque vittime delle presunte attenzioni di un insegnante presente anche il perito e le parti interessate. I fatti all’attenzione del Giudice per le udienze preliminari sono quelli denunciati dalle studentesse e da chi per esse, visto che si tratta di minorenni, dei Licei Tommaso Campanella.

L’incidente probatorio, che come è noto avrebbe valore di prova, è stato disposto, alla presenza del pm Rossana Esposito, per acquisire e cristallizzare ulteriori elementi alla base delle ipotesi di accusa che hanno già portato, in fase preliminare, ad una prima misura cautelare. Durante le indagini, come è ormai noto, il Gip ha respinto la richiesta del Pm degli arresti domiciliari ed ha disposto la “sospensione dall’ufficio di insegnante”, con l’interdizione da tutte le attività per un periodo di 12 mesi.

Alla base delle indagini ci sono le versioni delle ragazze che sono state sentite anche ieri in fase di incidente probatorio ed il materiale informatico proveniente dai cellulari: fotografie, eventuali immagini, scambi di messaggi sulle chat whatsapp.

Come è facilmente intuibile, nessuna indiscrezione sulle attività poste in essere ieri che riguardano fatti sui quali necessita il massimo riserbo per tutelare tutte le parti coinvolte. Come è ormai noto, la presunta tentata violenza sessuale, nella fase delle ipotesi di accusa, è contestata perché l’insegnante avrebbe preso alle spalle e tirato con forza un’alunna e, si legge: “poneva in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere la stessa a subire atti sessuali consistiti in toccamenti, evento non verificatosi per cause indipendenti dalla sua volontà”.

Le altre ipotesi di accusa si basano su frasi che sarebbero state pronunciate durante le lezioni e che danno luogo all’ipotesi del reato delle molestie. Sarebbero state pronunciate frasi del tipo: “fammi vedere le unghie“; “toccati i capelli che ti metto 10”; “non sai cosa ti farei, non te lo posso dire se no mi arrestano“; “Ti dipingerei come la venere di Botticelli”; “Sei il mio prototipo di donna”; “secondo me sei abbordabile”; avrebbe appellato come “giullare” un’alunna “perché si copriva troppo”; avrebbe accarezzato il viso pronunciando espressioni del tipo: “tu sei piccola e nella botte piccola c’è il vino buono”. Il procedimento trae origine dalla denuncia-querela sporta il 9 novembre 2021, presso la stazione carabinieri di Belvedere Marittimo.

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Simone Saverio Puccio

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