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Un «pronto soccorso psicologico mobile» è stato ideato dal Policlinico di Bari per la cura dei minorenni che hanno perso un genitore per mano dell’altro, perché suicida o perché portati in carcere. Sono già 12 gli “orfani speciali”, privati di entrambi i genitori, presi in carico. E adesso il progetto sperimentale cresce e si trasforma: è stato ribattezzato “Respiro”, che sta per “Rete di sostegno per percorsi di inclusione e resilienza con gli orfani speciali”.

Il primo intervento è quello del pronto soccorso psicologico mobile con l’arrivo degli specialisti sul luogo del crimine domestico per aiutare a comunicare al bambino la notizia della morte della mamma per mano del papà o viceversa. Subito dopo c’è la presa in carico del piccolo per il ripristino della routine nella nuova famiglia affidataria e del rientro a scuola con i compagni di classe.

Al termine dell’emergenza, inizia il lungo percorso psicoterapeutico di assistenza sia del minore sia dei caregivers. È quanto prevede il protocollo validato dagli psicologi di Giada (il Gruppo interdisciplinare assistenza donne/bambini abusati) dell’unità operativa di Psicologia del Policlinico di Bari-Giovanni XXIII a sostegno degli orfani speciali.

Il progetto di durata quadriennale selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e realizzato grazie a 13 partner attivi su tutto il territorio nazionale – in particolare in Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna – intende promuovere un modello di intervento e di cura che salvaguardi la prossimità e le relazioni personali di bambini e bambine e vuole favorire un cambiamento culturale che permetta di diffondere un nuovo approccio alla prevenzione della violenza domestica. In Puglia sono 12 gli orfani speciali, l’unità operativa di Psicologia dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari ne ha già preso in carico 10.

In particolare, ci sono tre fratelli divenuti orfani nel 2016 in provincia di Bari e attualmente di 12, 10 e 9 anni per i quali il percorso è stato avviato ormai da 5 anni: sono stati effettuati interventi per il sostegno psicologico in urgenza e a scuola; successivamente è stata avviata la presa in carico ambulatoriale con l’attivazione di percorsi paralleli di psicoterapia individuale e raccordi sistematici con i centri diurni e con gli adulti affidatari (affidamento intrafamiliare); attualmente sono in corso i monitoraggi sistematici degli adattamenti psicologici. Sono seguiti in provincia di Foggia anche due minori di 14 e 12 anni, divenuti orfani nel 2018.

«In questi anni abbiamo seguito molti casi di orfani speciali, siamo intervenuti sin dai primissimi momenti e abbiamo partecipato attraverso il pronto soccorso psicologico mobile a tutte le fasi più critiche dei bambini, abbiamo dato il nostro contributo successivamente al reinserimento al riadattamento dei minori in un nuovo contesto di vita.

Il progetto Respiro oggi ci consente di dare ulteriore slancio a quanto già fatto: il protocollo Giada è stato preso a modello in una progettazione più ampia con vari partner, avremo la possibilità di potenziarlo ed estenderlo ad altri contesti regionali» spiega Michele Pellegrini, psicologo dell’ospedale Giovanni XXIII e responsabile del progetto.

«Il grande lavoro scientifico svolto dai nostri professionisti e riconosciuto dalle istituzioni è diventato un punto di riferimento nazionale e rappresenta oggi un modello di intervento da replicare anche in altre regioni» dichiara Giovanni Migliore, direttore generale del Policlinico di Bari-Giovanni XXIII di Bari.

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