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Oscar Isaac, protagonista di Moon Knight

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MOON Knight arriva mercoledì su Disney+, la nuova serie originale live-action firmata Marvel aggiunge qualcosa di nuovo al genere dei supereroi. Interpretata da Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy, è un titolo molto atteso che riscrive il genere.

Il protagonista è il mite Steven Grant, colpito da vuoti di memoria e ricordi che lo legano a una vita differente. Grazie a un incontro scopre che soffre del disturbo dissociativo dell’identità e condivide il corpo con l’ex mercenario Marc Spector, reincarnazione di Khonshu, il dio egizio della luna e della vendetta. A tratti eroe, a tratti cattivo, Marc deve fare i conti con la sua salute mentale.  Steven impara a collaborare e a convivere con Marc nel mezzo di una battaglia letale fra le altre divinità egizie.

Moon Knight si ispira al personaggio della Marvel omonimo apparso per la prima volta nel 1975 sul numero 32 del fumetto “Werewolf by Night” e le sue avventure proseguono da 47 anni. Presentano la serie TV i registi Justin Benson, Aaron Moorhead e Mohamed Diab, qui nelle doppie vesti di produttore insieme, fra gli altri, a Grant Curtis e al protagonista Oscar Isaac. Dietro ognuno dei sei episodi, una nuova uscita settimanale, un lavoro di squadra che ha coinvolto tutti: attori, registi e il resto della troupe.

Oscar Isaac alterna titoli indipendenti a grandi produzioni, in passato ha recitato nei film delle franchigie Star Wars, X-Men e Dune, com’è stato per lui entrare nell’universo Marvel? «Mi è sembrato che si potesse fare qualcosa di completamente differente, in particolare rispetto all’universo cinematografico Marvel, concentrandoci sulla lotta interna che vive il personaggio usando l’iconografia egizia e il genere dei supereroi per parlare dei problemi mentali di cui soffre. È stata l’occasione di creare Steven Grant, un personaggio insolito e indimenticabile. Dopo aver compreso come andava interpretato ho coinvolto tutti ed è stata anche un’avventura creativa».

Un personaggio e una storia diversi dagli altri di Marvel Studios, qual è la particolarità di Steven e Mark secondo l’attore? «La storia deve molto al punto di vista, sei nella pelle di quest’uomo e vivi le cose mentre succedono: c’è qualcosa di terrificante in questo. Marvel ha fatto un ottimo lavoro combinando azione e commedia, Steven ha un senso dell’umorismo differente, è qualcuno che non sa di essere divertente e trova un contraltare in Marc, lo stereotipo del vigilante notturno torturato e oscuro reso speciale anche dal suo essere inglese».

Come in ogni storia di super eroi c’è un cattivo, il santone Arthur Morrow interpretato da Ethan Hawke, l’attore cede per la prima volta alle “sirene” dei Marvel Studios, cosa l’ha convinto a dire sì a Moon Knight? «La storia del cinema è piena di autori che hanno usato la malattia mentale per costruire i cattivi. Sono innumerevoli le storie di villain con problemi mentali, qui è l’eroe ad averli. Abbiamo invertito il processo e l’antagonista non può essere pazzo perché lo è il protagonista. Ho dovuto trovare una forza folle o malefica. Ho creato una dinamica con Oscar e anche Mohamed ha abbracciato la sua follia e, distrutto il prisma della realtà, tutta la storia ha un punto di vista sbieco: il cattivo non sa di esserlo, è convinto di essere San Harrow».

Per la prima volta la star di molti film indipendenti è alle prese con lo schermo verde: «Ho una formazione teatrale, ma mi ha divertito far finta che ci fosse qualcosa accanto a me o di essere in cima a una piramide! E poi ti ritrovi nel deserto sul serio, lo stesso di Lawrence d’Arabia, e senti una connessione immediata con i luoghi e la storia del cinema ambientata lì». Il deserto citato da Hawke è in Giordania, Moon Knight è stato girato anche a Budapest e Atlanta. La miniserie deve molto all’Egitto ricreato nei set dalla scenografa italiana Stefania Cella. Il legame con la cultura e con il senso dell’umorismo del Paese è stato costruito dal team di sceneggiatori guidati da Jeremy Slater, ma è stato molto importante il contributo di Mohamed Diab. Anche lui, come Hawke, proviene da produzioni indie, mentre il duo di registi Benson e Moorhead ha diretto insieme una serie di horror. Diab ha anche prodotto il film insieme alla moglie Sarah Gober.


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