Michele Cilli e, accanto, la fiaccolata organizzata dai familiari a febbraio
2 minuti per la letturaHanno esercitato un loro diritto, scegliendo di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari. Ma se Dario Sarcina, accusato dell’omicidio del 24enne barlettano Michele Cilli, è rimasto in silenzio per tutta la durata dell’interrogatorio di garanzia condotto da Anna Lucia Altamura del Tribunale di Trani alla presenza del pubblico ministero Giuseppe Aiello, l’atteggiamento di Cosimo Damiano Borraccino si è rivelato differente nella decisione di rilasciare una dichiarazione spontanea preliminare: l’uomo, sul quale pende un’ipotesi di reato pesante (soppressione di cadavere), ha respinto tutti gli addebiti prima di fare scena muta.
Un distinguo del quale tenere conto, anche alla luce dei diversi livelli di responsabilità richiamati nell’ordinanza di custodia cautelare in base alla quale entrambi sono stati rinchiusi nel carcere tranese. La strategia difensiva del legale di Borraccino potrebbe riassumersi nel sostenere che il suo assistito non avrebbe avuto alcun ruolo nella vicenda?
L’attesa degli accertamenti tecnici di parte non sarà breve ma appare evidente l’intenzione, da parte dell’avvocato Nicola Mastropasqua, di tracciare una linea di demarcazione netta tra il suo cliente e l’altro indagato. Borraccino, in buona sostanza, si ritiene innocente e con ogni probabilità darà una versione dei fatti secondo cui, a seguito di una chiamata da parte di Dario Sarcina nel cuore della notte tra sabato 15 e domenica 16 gennaio, si sarebbe presentato nel garage di quest’ultimo per consegnargli una tanica di benzina precedentemente riempita in un distributore di carburanti: un soccorso al conoscente, rimasto a secco con la sua Golf nera, e nient’altro.
I rapporti tra i due arrestati sono al vaglio degli inquirenti, decisi a ricostruire fin nei minimi dettagli per quale motivo, in ogni caso, Sarcina si sia rivolto proprio a Borraccino pochi minuti dopo essere giunto nel garage di via Ofanto a bordo della sua auto, con all’interno Cilli. Un perito di parte sarà nominato anche da Francesco Di Marzio, che difende Sarcina. La chiave di questa fase preliminare è nell’esatta determinazione degli spostamenti effettuati dalla vittima: il povero Michele è salito soltanto sull’auto dell’indiziato di omicidio come si evince dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza del locale “Portobello”?
È possibile che durante il tragitto (di circa 3 km) tra piazza 15 febbraio 1503 e via Ofanto, attraverso il lungomare di Barletta, possa aver avuto luogo una prima colluttazione come si potrebbe intuire da alcuni passaggi del video diffuso dalle forze dell’ordine? In quale momento esatto è sopraggiunto l’arrivo di Borraccino? Chi è la persona che pochi giorni dopo la sparizione del 24enne ha abbandonato in contrada Fiumara una busta contenente una tuta e delle scarpe ginniche che si presumono essere state utilizzare da Borraccino? E soprattutto: che ne è stato del corpo del giovane assassinato?
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