Vito Bardi
3 minuti per la letturaPOTENZA – Potrebbero chiudersi sul nome di uno tra l’ex consigliere regionale Michele Napoli e l’ex assessore al bilancio del Comune di Potenza, Giuseppe Giuzio, le trattative per la nascita del Bardi ter e la fine della crisi nella coalizione uscita vincitrice dalle elezioni regionali del 2019.
Sono queste alcune delle ipotesi circolate nella giornata di ieri all’interno della maggioranza in via di ricostituzione attorno al governatore Vito Bardi e alla sua amministrazione. Dopo lo strappo con i meloniani provocato dall’abiura degli accordi che prevedevano l’ingresso di due assessori in quota Fratelli d’Italia nella giunta del Bardi bis, e la mancata conferma dell’assessore uscente Gianni Rosa, forte dell’indicazione ufficiale del partito, nell’unica postazione concessa dal generale.
Di fatto, dopo l’apertura di Bardi a un repentino rimaneggiamento delle nomine formalizzate meno di 2 settimane fa, le discussioni si continuano a protrarre sul profilo di chi prenderà il posto di uno tra i due assessori forzisti, Dino Bellettieri e Vincenzo Acito, e l’ex meloniano Vincenzo Baldassarre, tornato “battitore libero” un attimo prima dell’investitura ad assessore all’Agricoltura in quota “partito del presidente”.
Se appare ormai scontata la designazione dell’ex parlamentare Cosimo Latronico, d’altronde, non sembra raccogliere il gradimento del presidente, ancora una volta, quella di Rosa. Un cambio di prospettive sorprendente se si considera che proprio Rosa era stato a lungo considerato il più vicino al governatore tra gli assessori della sua prima giunta, e il più probabile riconfermato. Tanto più che il governatore non ne avrebbe mai spiegato compiutamente i motivi, a parte un generico riferimento all’esigenza di un parziale «rinnovamento» della sua squadra. Di qui il fiorire di ipotesi per la sua successione, e l’inizio di una partita interna agli stessi Fratelli d’Italia. Con Napoli, già consigliere regionale di Forza Italia passato con i meloniani sul finire della scorsa legislatura regionale, che godrebbe del sostegno, tra gli altri, del deputato Salvatore Caiata. Mentre Giuzio, già coordinatore provinciale di Potenza, che invece potrebbe contare sull’appoggio dello stesso Rosa e dei quadri “storici” dei meloniani.
Intanto, a imprimere un’accelerazione obbligata alle trattative, ieri è arrivata l’ufficialità sulla convocazione del Consiglio regionale per la discussione della mozione di sfiducia presentata giusto una settimana fa da Movimento 5 stelle e Partito democratico. Mozione che in caso di approvazione porterebbe allo scioglimento del parlamentino lucano e ad elezioni anticipate, che i meloniani si sono detti pronti a sostenere, garantendole i voti necessari a raggiungere la maggioranza, se il governatore non battezzerà prima i nuovi assessori riconoscendo loro cittadinanza nella sua giunta ter.
A sollecitare la convocazione, ieri pomeriggio, erano stati i consiglieri regionali 5 stelle, Carmela Carlucci, Gianni Leggieri e Gianni Perrino, ricordando che ai sensi dell’articolo 53 dello statuto regionale «la mozione deve essere discussa non prima di tre e non oltre dieci giorni dalla presentazione».
I pentastellati avevano anche rappresentato che «una convocazione oltre tale termine esporrebbe la deliberazione del Consiglio a palesi vizi dal punto di vista amministrativo. Evenienza, questa, che nel caos di queste settimane, non ci sentiamo nemmeno lontanamente di prendere in considerazione». Di qui l’invito al presidente del Consiglio regionale, il leghista Carmine Cicala, a «dismettere la casacca di partito e ad esercitare il suo ruolo super partes nell’assise regionale, cosa che non gli è riuscita affatto bene in questi tre anni».
«Non sono più tollerabili giochetti di alcun tipo». Avevano tuonato Carlucci, Leggieri e Perrino. «Siamo pienamente consapevoli degli scenari che si aprirebbero con un’eventuale sfiducia a Bardi e la conseguente apertura di una campagna elettorale in uno scenario fortemente critico. Tuttavia, in mancanza di altre soluzioni, è rimasta l’unica alternativa per ridare slancio all’attività di una regione ormai paralizzata da mesi per via di meri interessi di bottega».
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