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POTENZA – Prova di forza dei sindacati di Cgil e Uil. Il freddo pungente della mattinata non ha fermato la voce della protesta e a Renzi anche dalla Basilicata arrivano circa 10.000 (5.000 secondo la Questura) “No allo Jobs Act”. Un corteo colorato di rosso e di blu ha attraversato alcune vie della città. E se in altre città la protesta è sfociata in qualche scontro con le forze dell’ordine, a Potenza tutto è filato liscio. Erano rappresentate tutte le categorie: i lavoratori, i precari, i disoccupati, i pensionati e anche gli studenti. Tutti concordi nel rimandare al mittente la riforma proposta dal Governo.Nel capoluogo era presente anche il segretario nazionale confederale della Uil, Guglielmo Loy: «Siccome il Governo è molto sensibile all’opinione pubblica, – ha detto – quando comprenderà che una gran parte del Paese la pensa diversamente da ciò che sta facendo, cambierà opinione: lo sciopero era necessario per questo». E, rispondendo alle domande dei giornalisti sull’assenza nelle piazze della Cisl, ha aggiunto: «l’opinione diversa sullo strumento per far cambiare politica al Governo si potrà recuperare, l’importante è che il Governo cambi politica economica. La Cisl ha scelto un’altra strada, noi – ha aggiunto il rappresentante della Uil – crediamo che, dopo aver tentato in tutti i modi di far capire al Parlamento e al Governo che così non andava bene, bisognava cercare di dimostrare che abbiamo molto consenso nel Paese e i dati che stanno arrivando – ha aggiunto – lo faranno capire con molta chiarezza». Sul palco di piazza Matteotti, oltre al segretario confederale della Uil hanno parlato lavoratori, precari e studenti (vedere box a lato). Ha poi preso la parola il segretario regionale della Cgil Alessandro Genovesi.

g.rosa@luedi.it

(L’articolo completo sull’edizione acquistabile online e in edicola)

 

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