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DISSEQUESTRATO il caveau de “La Ronda”. È terminato, infatti, il riconteggio del contante – 29 milioni di euro – presente all’interno del deposito nel momento in cui gli agenti della Mobile (su mandato dei sostituti Basentini e Salvia) hanno posto i sigilli al forziere dell’Istituto di Pier Giulio Petrone.
Tre ispettori della Banca d’Italia e un consulente della Procura hanno accertato che sono proprio 7 i milioni di euro mancanti all’appello – in cassa avrebbe dovuto esserci una somma di poco inferiore ai 40.000 euro – così come aveva denunciato la Banca d’Italia alla Procura della Repubblica che immediatamente aveva aperto un fascicolo per appropriazione indebita.
Con il dissequestro i 40 milioni di euro ora verranno restituiti ai legittimi proprietari: Uffici postali e Istituti bancari di tutta la provincia di Potenza che fino a oggi si sono avvalsi del servizio, effettuato da “La Ronda”, di recupero e custodia del contante.
Il fatto che ora siano stati tolti i sigilli al caveau non significa, però, che le indagini non proseguano. Quei 7 milioni qualcuno li ha fatti sparire. Chi e perché lo potranno dire solo i sostituti Basentini e Salvia una volta che terminerà l’inchiesta.
Di certo c’è che non tutti potevano accedere al caveau. Chi autorizzato era in possesso di un cartellino elettronico e il tutto era ripreso 24 ore su 24 da un impianto di sorveglianza.
Quindi l’ipotesi più attendibile è che quei 7 milioni di euro non siano proprio entrati nel caveau. E la conferma potrebbe arrivare anche dai registri contabili che sarebbero stati “manomessi” o non tenuti come avrebbero dovuto essere tenuti.
All’interno del caveau, ricordiamo, vengono custoditi i soldi provenienti da tredici istituti di credito tra banche e uffici postali, prelevati di volta in volta, in buste sigillate, dagli agenti addetti al trasporto valori.
In tutto una cinquantina di persone che, dopo la revoca della licenza per il recupero e il trasporto del contante disposta dal Prefetto, Rosaria Cicala, rischiano, più degli altri dipendenti, il posto di lavoro.
In capo a “La Ronda, infatti, rimangono i servizi di ispezione notturna ai negozi, piuttosto che la sorveglianza agli ingressi di enti come la Regione solo per fare un esempio.
L’intera vicenda – alla luce anche del fatto che il recupero e il trasporto del contante sarà sicuramente affidato a un altro Istituto – non fa dormire sonni tranquilli ai 50 addetti al servizio ma anche agli altri 280 lavoratori.
Non c’è, infatti, nessuna certezza che chi dovesse subentrare nel servizio possa o voglia farsi carico dei dipendenti de “La Ronda”.
Ed anche per questo ieri i sindacati hanno chiesto al prefetto la convocazione di un nuovo incontro, alla presenza anche dell’azienda, per fare il punto della situazione e per vedere come fare per salvaguardare i posti di lavoro. E c’è chi paventa anche un possibile arrivo di commissari o di amministratori esterni per verificare conti e bilanci di una società che i sindacati negli ultimi tempi tenevano sotto controllo. Infatti, con la fine dell’anno i lavoratori attendevano il pagamento delle tre mensilità arretrate, oltre alla maturanda tredicesima.

al.g.

a.giammaria@luedi.it

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