Monsignor Satriano sui feretri delle due suore che vivevano a Bari e che sono decedute nell’incidente stradale nel Foggiano
2 minuti per la letturaSui feretri il piccolo Marco ha lasciato due disegni. Il suo modo di dire addio a suor Candida Lubello e suor Verene Nyiranduhuye, vittime di un incidente stradale sull’A16 all’altezza di Cerignola. Ieri mattina, tra lacrime e canti, Bari ha riempito la Cattedrale e ha dato l’ultimo saluto alle due suore salesiane dei Sacri Cuori dell’istituto Filippo Smaldone, a Bari Vecchia.
LEGGI ANCHE: La tragedia di Cerignola, Bari piange le suore dei bimbi
La messa è stata officiata dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, Giuseppe Satriano, tra la commozione di volontari della Croce rossa, le consorelle salesiane dei Sacri cuori, bambini e famiglie oltre ai rappresentanti delle istituzioni, che ben conoscevano l’operato a favore dei bambini meno avvantaggiati. «Erano donne semplici, ma vere – le parole a margine della cerimonia dell’arcivescovo Satriano – e hanno saputo donare luce nei cuori di tante persone bisognose e in difficoltà.
Abbiamo ancora negli occhi la danza di suor Verene, che ci ha voluto donare come testimonianza di gioia nel giorno della vita consacrata. Oggi per noi è un momento di grande dolore, di grandissimo dolore, abbiamo perso tre mamme». L’incidente mortale è avvenuto domenica sull’A16 in provincia di Foggia, all’altezza tra Cerignola e Candela, tre le suore che hanno perso la vita nello scontro tra un’auto e un minibus, 9 persone sono rimaste ferite nell’impatto.
Per cause da accertare il minibus si è ribaltato, ha distrutto il guardrail ed è finito in una scarpata. Probabilmente l’incidente è avvenuto per colpa di uno pneumatico che è esploso. Per le tre suore non c’è stato niente da fare, a nulla sono valsi in tentativi di rianimarle da parte del personale del 118. Lungo la A16 è intervenuto anche un mezzo dell’elisoccorso per trasferire di urgenza gli altri nove feriti, tra cui un’altra suora miracolosamente sopravvissuta.
La più anziana delle vittime, suor Candida Lubello, aveva 81 anni ed era di Casarano. Per quasi mezzo secolo ha lavorato accanto ai bambini, come caposala del reparto di neurologia dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Vent’anni più giovane era suor Mara Leone, ricordata dalle sue consorelle come una donna piena di energie e di vitalità. Suor Verene Nyiranduhuye, invece, aveva 41 anni ed era originaria del Rwanda. Da due anni era stata accolta nella comunità delle Suore salesiane dei Sacri Cuori.
Il sindaco di Bari Antonio Decaro, a nome della città, nei giorni scorsi ha espresso il suo cordoglio: «I bambini, gli adolescenti e i giovani dell’istituto Filippo Smaldone di Bari vecchia da oggi restano orfani della guida e dell’affetto di tre donne straordinarie, che hanno consacrato la propria vita all’amore di Dio e alla cura del prossimo, in particolare dei più giovani» ha detto il primo cittadino di Bari.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA