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La Corte di Cassazione

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – La Cassazione annulla senza rinvio cinque dei dieci capi i capi di imputazione contestati ad Eugenio Sgromo con l’ordinanza del novembre 2021, annullando con rinvio relativamente agli altri quattro capi di imputazione.

Come si ricorderà, i fratelli Eugenio e Sebastiano Sgromo, 52 e 55 anni, di Curinga (titolari della “Tank srl”, impresa di costruzioni operante nel comprensorio di Lamezia Terme, aggiudicatrice dei lavori di manutenzione straordinaria dei viadotto Bisantis e della galleria Sansinato di Catanzaro) rimasero coinvolti (finirono in carcere) nell’operazione della Dda di Catanzaro “Brooklyn”, scattata a novembre 2021, con la quale era stato disposto anche il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis” e della galleria Sansinato.

Eugenio Sgromo è stato  accusato di intestazione fittizia,  trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, autoriciclaggio, associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata dal metodo mafioso.

A novembre 2021 il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva escluso la contestata aggravante mafiosa, riqualificando, poi, i fatti relativi alla contestata partecipazione a due associazioni a delinquere, in concorso esterno in associazione semplice. Da qui il ricorso in Cassazione da parte dei difensori dell’imprenditore che ha investito il Supremo Collegio del problema relativo alla legittimità dell’ordinanza del Tribunale, nel momento in cui, seppur escludendo che Eugenio Sgromo avesse mai agito per favorire alcun clan mafioso, avesse, comunque, confermato il giudizio di gravità indiziaria per tutti fatti contestati, con la sola riqualifica del delitto associativo in concorso esterno ad un’associazione a delinquere semplice.

Si è quindi discusso il ricorso in Cassazione  dove  il procuratore Generale ha concluso chiedendo l’annullamento dell’ordinanza, limitatamente alla ritenuta responsabilità per i due delitti di concorso esterno in associazione a delinquere, ritenendo fondate le eccezioni difensive, con il rigetto, invece, di tutti gli altri motivi di ricorso.

I difensori di Sgromo, gli avvocati Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale, invece, hanno discusso i rispettivi ricorsi, concludendo per l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutti i reati contestati nei nove capi di imputazione.

La Corte di Cassazione alla fi ne ha annullato senza rinvio, per insussistenza dei gravi indizi, i capi di imputazione relativi al concorso esterno in due associazione semplice, ad un’ipotesi di autoriciclaggio, al reato di rivelazione di segreto di ufficio. Mentre ha annullato con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro, relativamente alle esigenze cautelari in relazione agli altri quattro capi di imputazione contestati all’imprenditore.

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Alessandro Chiappetta

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