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Da New York la famiglia Gambino, attraverso i suoi referenti nella mafia siciliana, aveva preso di mira un noto imprenditore materano, Lorenzo Marsilio, titolare della Sudelettra, per un vecchio debito di oltre trent’anni fa lievitato oltre misura. Estorsione, secondo i pm della Dda di Potenza, che hanno chiesto e ottenuto l’arresto tra Italia e Stati Uniti di 4 persone in collaborazione con l’Fbi.

L’inchiesta condotta dagli agenti dello Sco della polizia, coordinati dal pm Laura Triassi, è partita dalla denuncia dell’imprenditore, che ha trovato puntuale riscontro nelle informazioni raccolte da una fonte confidenziale dell’Fbi infiltrata all’interno della famiglia criminale più potente di Brooklyn.

Agli arresti è finito anche il “gancio” tra l’imprenditore e gli “amici americani”,  Giovanni Grillo, detto Johnny e considerato il personaggio chiave dell’inchiesta, bloccato all’aeroporto di Malpensa mentre stava imbarcandosi con un biglietto di sola andata per gli Usa, residente a Ferrandina e lontano parente di Marsilio, che si stava imbarcando proprio per gli Stati Uniti.

Durante le indagini sono emersi contatti anche con un noto narcotrafficante della ‘ndrangheta calabrese, che avrebbe avuto un ruolo nell’intermediazione del prestito originario all’imprenditore in difficoltà economiche. Un presito “evidentemente troppo oneroso per Grillo – scrive il gip Luigi Spina – nell’ordinanza di misure cautelari – che infatti secondo il racconto di Marsilio si rivolgeva a Roberto Pannunzi per avere 120 milioni, effetivamente elargiti”. 

“Bebe”” Pannunzi, già definito il boss dei due mondi o il re del traffico, è stato arrestato a luglio dell’anno scorso a Bogotà, è considerato il più potente “broker”al mondo di cocaina.  

Ma a New York è finito in carcere anche Francesco Palmeri, detto “Ciccio l’americano”, ufficialmente gioielliere ma di fatto considerato ai vertici della famiglia Gambino, che in più occasioni si sarebbe recato a Matera per chiedere conto di quel vecchio debito a Marsilio. In precedenza era fallito un primo tentativo di recuperare i soldi da parte di Grillo, accompagnato per l’occasione da Salvatore Farina (anche lui arrestato), siciliano di Castellammare del Golfo, figlio del boss di Cosa Nostra Ambrogio Farina, che ieri è stato fermato a Palermo nel carcere dell’Ucciardone dove era andato per una visita a un familiare.  

Marsilio avrebbe ricevuto anche una serie di cartoline e messaggi in cui gli veniva chiesta la somma di un milione di euro per “saldare” la situazione, firmati solamente “gli amici di Brooklyn”.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’accusa per tutti è associazione a delinquere finalizzata all’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e della transnazionalità. 

Oltre a Palmieri, Grillo, Farina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata spiccata anche anche per il gruppo dei beneventani Carlo Brillante, Raffaele Valente, Daniele Cavoto, Michele Amabile, già coinvolti nell’inchiesta New Bridge che ha provato i collegamenti tra i Gambino e le cosche della ‘Ndrangheta. Assieme al calabrese Francesco Vonnella. 

L’indagine, sottolineano gli investigatori, ha documentato “ancora una volta l’esistenza di un tradizionale e consolidato asse criminale tra i sodalizi mafiosi operanti negli Usa e le organizzazioni radicate sul territorio italiano”. 

Gli arrestati sono “Personaggi di indubbio rilievo criminale” ha affermato  il direttore della prima divisione del servizio centrale operativo della polizia, Andrea Grassi, sottolineando che l’operazione di oggi «dimostra le proiezioni di mafia e ‘ndrangheta in America e le attuali dinamiche all’interno delle storiche famiglie mafiose di New York”.

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