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Il commissario della Sorical Cataldo Calabretta

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COSENZA – I tentativi di trasformare Sorical in società interamente pubblica si stanno arenando sull’atrio di un elegante palazzo nel centro di Roma, a due passi dalla Corte di Cassazione. Si tratta di palazzo Menotti, sede del prestigioso studio legale BonelliErede.

In quelle stanze vengono, infatti, rappresentati gli interessi del Fms, un fondo governativo tedesco, che ha in pegno le quote Sorical di Veolià, il socio privato della nostra società idrica. In realtà il pegno su queste azioni era in mano all’istituto di credito Depfa Bank, la banca specializzata in derivati e finanziamenti degli enti pubblici europei, salvata nel 2014 da un fondo del governo tedesco, dopo essere finita nella bufera per via dei famigerati mutui subprime.

I francesi da tempo hanno manifestato l’intenzione di lasciare la società, non ritenendola più strategica per il gruppo, arrivando a dichiarare di essere disposti a cedere le proprie azioni al prezzo simbolico di un euro ciascuna. Ma tutto questo non si può fare senza il nulla osta di chi ha in mano il pegno sulle azioni.

Nel maggio del 2021 la giunta regionale ha emanato una delibera con la quale si fissa come obiettivo trasformare Sorical, farla uscire dalla liquidazione volontaria in cui versa dal 2012 acquisendo le quote di Veolia.
Un passaggio necessario non tanto dal punto di vista “ideologico” della gestione interamente pubblica dell’acqua, quanto piuttosto dalle norme che regolano l’erogazione dei finanziamenti del Pnrr per l’ammodernamento delle reti idriche. Per accedere ai fondi, infatti, bisogna avere un unico soggetto gestore di tutto il ciclo idrico dall’adduzione alla depurazione. Ovviamente la Calabria è l’unica regione in Italia che ha invece il servizio spezzettato in diversi soggetti da Sorical, ai Comuni, ai Consorzi del crotonese, fino al nuovo soggetto consortile che sta facendo nascere l’Autorità idrica calabrese ovvero Acque Pubbliche della Calabria.

Per questo il commissario liquidatore di parte pubblica, Cataldo Calabretta, si è messo a lavorare, pancia a terra, per raggiungere nel più breve tempo possibile l’obiettivo. Ma ogni suo sforzo si infrange contro le perplessità dello studio legale romano.

Per capire bene bisogna sottolineare che la Depfa bank ha avuto in pegno le quote nel 2008 come garanzia per la ristrutturazione del debito di Sorical. Stiamo parlando di un credito di circa 240 milioni di euro che Sorical ha in gran parte restituito. Dalla società dicono che il credito residuo è di soli 76 milioni di euro. Ma il fondo, o gli avvocati romani che lo rappresentano, non si fidano e sembrano non avere alcuna intenzione di “liberare” le azioni. Chiedono ulteriori garanzie, ma che non conosciamo in dettaglio visto che oltre al pegno sulle azioni, hanno anche una sorta di prelazione sui crediti che Sorical vanta verso i comuni (stiamo parlando di 130 milioni di euro). Insomma le garanzie ci sono tutte. Del resto in linea teorica è meglio avere un debito verso un ente pubblico che verso un privato. Eppure le azioni non si liberano.
Venerdi 25 febbraio si è svolta l’assemblea dei soci di Sorical.

Nell’occasione il capo di Gabinetto del Governatore Roberto Occhiuto ha ribadito che Regione e la nuova Sorical garantiranno la restituzione del debito residuo; ma ad ora il tempo scorre e la vertenza non si sblocca. Al punto che qualche malizioso è arrivato a pensare che forse l’obiettivo del fondo è quello di arrivare alla revoca della concessione del servizio da parte della Regione a Sorical. La concessione dovrebbe durare fino al 2034 ma una clausola dell’accordo che ha portato al pegno delle azioni prevede che in caso di revoca anticipata al fondo spetterebbe un risarcimento di 60 milioni di euro. Ma certamente si tratta di illazioni senza fondamento. C’è anche chi dice che il fondo si sia ingolosito dalla prospettiva futura visto che sull’iidrico arriverà una pioggia di denari col Pnrr e forse vuole rimanere nella partita. Ipotesi ovviamente prive di riscontro.

Resta invece fermo un punto: il futuro del servizio idrico calabrese può essere condizionato da posizioni in cui prevalgono interessi di parte?

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