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NAPOLI – I primi cittadini ucraini in Campania sono ripartiti non solo da Caserta ma anche da altre zone della Regione per tornare in patria e prendere le armi e combattere in difesa del loro Paese contro l’invasione russa.
Tra loro, anche Vassili, che in Campania lavorava come giardiniere e che ha sentito il dovere di mobilitarsi per garantire un futuro ai propri figli rimasti in patria. «Torno in Ucraina per garantire un futuro ai miei figli che sono rimasti in patria». Vassili è tra i cittadini ucraini che hanno deciso di lasciare Caserta, dove ha un lavoro da giardiniere in una scuola privata, per tornare in patria e imbracciare le armi contro «i russi che ci hanno invaso. Lo devo ai miei figli». «Siamo pronti a tutto – aggiunge Vassili parlando con l’ANSA – il nostro popolo ha già sofferto tanto, e non potevo restare sapendo ciò che sta accadendo».
Nei prossimi giorni, secondo quanto si apprende, altri ucraini sarebbero pronti a tornare in patria ma si tratterà di spedizioni cui non sarà data pubblicità per motivi di sicurezza, al fine di garantire l’incolumità di chi si mette in viaggio.
Intenzionato a tornare in Ucraina anche padre Igor, sacerdote greco-cattolico, punto di riferimento della comunità ucraina sul territorio casertano. Non per combattere, naturalmente, ma potrebbe ipotizzarsi per lui un ruolo da cappellano militare. Se il vescovo gli darà il via libera, potrebbe andare in patria per sostenere da un punto di vista spirituale i soldati.
Oggi, domenica 27 febbraio 2022, grande commozione in occasione della messa in Cattedrale a Caserta, celebrata dal vescovo Pietro Lagnese. Avviata una raccolta fondi per sostenere gli ucraini in patria. Diverse e toccanti le richieste di aiuto, incessante la preghiera per la pace.
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