L'Asp di Potenza
2 minuti per la letturaPOTENZA – Un altro super-direttore da 120mila euro all’anno per alleggerire i carichi di lavoro del direttore amministrativo appena nominato. Oggi all’Azienda sanitaria di Potenza, come a settembre al Centro oncologico di Rionero (Crob).
Nonostante le proteste seguite agli articoli che il Quotidiano del Sud ha dedicato al caso, e un’interrogazione alla giunta regionale tuttora pendente. Sono di venerdì mattina, infatti, le delibere con cui il direttore generale dell’Asp, Giampaolo Stopazzolo, ha definito la squadra che dovrebbe affiancarlo per i prossimi 3 anni. Il manager vicentino ha confermato come direttore sanitario Luigi D’Angola: avellinese ma da 30 anni in forza alla sanità lucana (prima a Venosa e poi a Melfi), che a gennaio 2020 era stato designato una prima volta dall’ex dg Lorenzo Bochicchio (nominato dalla precedente giunta regionale). Come direttore amministrativo, invece, ha deciso di pescare dall’elenco degli idonei all’incarico della Regione Toscana una persona di fiducia quale Stefano Cocco, avvocato proveniente come lui dall’Azienda sanitaria locale di Vicenza.
Fin qui nulla di strano, insomma. A parte gli inevitabili mal di pancia di quanti tra i dirigenti interni alla stessa Asp aspiravano agli incarichi in questione e mal sopportano l’arrivo di professionalità da fuori regione, secondo una tendenza che è andata rafforzandosi soprattutto negli ultimi 10 anni. Prima con l’amministrazione regionale di centrosinistra guidata da Marcello Pittella, e poi con l’attuale, di centrodestra, guidata dal governatore Vito Bardi.
La sorpresa, invece, è arrivata con una terza delibera con cui Stopazzolo ha deciso di “premiare” il direttore amministrativo uscente, Giacomo Chiarelli, che da facente funzioni ha retto l’ufficio per oltre un anno, e ora sarebbe dovuto tornare a coordinare l’ufficio “Segreteria direzionale e affari generali”. Con una riduzione di stipendio di circa 30mila euro rispetto ai 120mila percepiti negli ultimi tempi. Così il dg ha firmato la sua nomina a direttore del dipartimento amministrativo. Il medesimo dipartimento amministrativo che fino a ieri era guidato dal solo direttore amministrativo, come avviene nella maggior parte delle aziende sanitarie italiane, e che da domani si ritroverà ad avere due super-direttori che si spartiranno le mansioni da svolgere guadagnando praticamente lo stesso stipendio. Una riproduzione pedissequa di quanto fatto al Crob, dove però è stata sdoppiata sia la direzione del dipartimento amministrativo che quella del dipartimento sanitario. Sempre premiando direttore amministrativo e direttore sanitario uscente. A parità di mansioni, uffici sottoposti, personale sanitario, posti letto e quant’altro.
A novembre sulla duplicazione dei direttori al Crob era stata presentata un’interrogazione alla giunta dalla consigliera regionale del Movimento 5 stelle Carmela Carlucci. In almeno un paio di occasioni, tuttavia, l’assessore regionale alle Politiche per la persona, Rocco Leone, aveva dichiarato che il caso era al vaglio degli uffici regionali parlando di «infelici e non condivise scelte gestionali». Una marcata presa di distanze, che non pare aver sortito alcun effetto né sulla dirigenza del Crob né su quella dell’Asp, che si è determinata a fare altrettanto come se nulla fosse.
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