X
<
>

La Credit Suisse

Share
2 minuti per la lettura

QUELLO che l’immaginazione cinematografica ha raccontato in film come “Le conseguenze dell’amore” di Paolo Sorrentino o “Wolf of Wall Street” dove lindi banchieri svizzeri accolgono soldi di camorra o di provenienza illecita si sta ammantando di realtà, anche se da verificare e accertare in ogni dettaglio.

“Suisse secrets” è il nome del progetto cui lavorano 163 giornalisti di 48 testate in 39 paesi coordinata dal quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung e dall’Occrp (organizzazione internazionale che si occupa di corruzione) che grazie a fughe di notizie e documenti ha fatto emergere la gestione della banca svizzera di migliaia di conti cifrati gestiti da organizzazioni criminali, faccendieri e stati canaglia. Si tratterebbe di circa cento miliardi di dollari transitati in Svizzera dal 1940 al 2010.
Sarebbero 18000 i conti bancari sospetti riconducibili a 37000 clienti. Tra questi ci sarebbero almeno 700 italiani, quasi tutti residenti o domiciliati all’estero.

Il francese Le Monde che fa parte del pool investigativo (in Italia aderiscono La Stampa e IrpiMedia) non ha avuto remore a scrivere nei giorni scorsi che “a dispetto delle regole di vigilanza imposta alle grandi banche internazionali la banca zurighese ha ospitato per molti anni fondi legati alla criminalità e alla corruzione”.

L’istituto bancario in una sua replica ha “negato fermamente” di essere coinvolto affermando anche: “Queste accuse dei media sembrano essere uno sforzo concertato per screditare il mercato finanziario svizzero, che ha subito cambiamenti fondamentali dopo la crisi finanziaria globale, e allo stesso tempo prendono specificamente di mira il Credit Suisse con una raffica di accuse infondate”.

Non vanno bene le vicende della gloriosa banca. A gennaio le dimissioni del presidente Antònio Horta-Osòrio per bilanci troppo allegri e la recente richiesta del Partito Popolare Europeo a Strasburgo di “inserire la Svizzera nelle liste dei paesi ad alto riciclaggio” portano cieli neri nell’ovattata nazione di Guglielmo Tell.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE