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Sono 40 opere magnificamente narrate da Lauretta Colonnello in una pubblicazione che alle splendide illustrazioni accompagna testi vibranti che raccontano l’arte attraverso fiabe, leggende e racconti del nostro Sud. Dai mosaici di Monreale al bacio di Pompei la bellezza diventa narrazione. Nel repertorio scelto dalla scrittrice e critica d’arte sette capitoli sono dedicati alle meraviglie di Calabria a capolavori calabresi che meritano più attenzione della favola sanremese di Checco Zalone.

Particolarmente consigliato a chi considera la Calabria uno scrigno d’arte colmo di tesori spesso lasciati da coloro che l’attraversarono.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: I BRONZI DI RIACE

Bronzi di Riace
I Bronzi di Riace

A coloro che celebreranno in ogni modo il mezzo secolo della scoperta di due statue che rappresentano la Calabria nell’immaginario collettivo sarà utile questa bella lettura. Introdotti dal mito degli uomini di bronzo che aravano “non per seminare il grano, ma denti di serpente, dai quali nascevano uomini adulti già armati”.

Ritroverete la scoperta del 16 agosto 1972 (“erano alti più di due metri, la dimensione degli eroi”) per poi rinverdire l’affascinante restauro al Museo Archeologico di Firenze durato otto anni. Riappaiono i 400000 che si misero in fila a Firenze e i 300000 che visitarono la mostra al Quirinale voluta da Pertini prima della sistemazione a Reggio Calabria. L’ammirazione che li accompagna era dovuta al fatto che “i bronzi greci arrivati fino a noi sono rarissimi, e all’emozione suscitata dal loro emergere improvviso e numinoso dal fondo marino”.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: L’UOMO CHE MISURA LE NUVOLE

L’uomo che misura le nuvole

È straordinariamente poetica la descrizione dell’uomo tutto d’oro che misura le nuvole nel cuore verde di Catanzaro. Lo si vede svettare sopra la chioma degli ulivi nel Parco internazionale della scultura “in bilico sull’ultimo piolo di una lunghissima scala”. Fu avvistato la prima volta nell’estate del 2005 nel parco di Scolacium che conserva i resti di una colonia romana. Per poi spostarsi nel Parco che ospita anche le statue di Palladino e Pistoletto. Lo ha plasmato Jean Fabre, artista belga in omaggio al fratello defunto Emile le cui sembianze sono riflesse in quelle del sognatore in cima alle scale e che trova ispirazione nel detenuto raccontato nel film “L’uomo di Alcatraz”. Il capitolo si conclude con una breve storia degli artisti che si sono dedicati alle nuvole.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: IL MUSABA

Pur se avete avuto già la bella esperienza di incontrare per caso e visitare il museo di Santa Barbara a Mammola nella Valle del Torbido riceverete piacere a leggere de “Il museo in mezzo ai boschi”, ancora di più coloro che non conoscono la storia di Nik Spatari, che il padre carabiniere aveva chiamato Nicodemo come il monaco asceta che scelse una vita di contemplazione negli stessi boschi. È la storia di chi a 7 anni vince un premio per un disegno dal Corriere dei piccoli e che una granata di guerra gli fa perdere udito e parola. Incontrerà Montale a Reggio che scriverà della sua arte sul Corriere della Sera e andrà in giro nel mondo diventando sodale di Picasso e Sartre. Nik tornerà a Mammola per rifondare rovi e rovine del convento bizantino invitando artisti di tutto il mondo a donare creatività allo sperduto angolo di Calabria. Nik è morto, ma la compagna Hisk Maas oggi coaudiuvata da Nino Spirlì ne continua visionarietà del progetto.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: BRUEGEL E ICARO SULLO STRETTO

Peter Bruegel che sarà ricordato come il vecchio per distinguerlo da figli e nipoti omonimi pittori fiamminghi , aveva 27 anni, quando una mattina d’estate del 1552, si fermò su una collinetta di Reggio a guardare lo spettacolo dello Stretto distinguendo un contadino che arava, un pastore con le pecore, un pescatore che gettava la lenza e le vele di un vascello. Era in viaggio in Italia dalla primavera per trarre ispirazione per i suoi quadri. A Reggio aveva disegnato la città in fiamme durante un’incursione dei turchi. Solo sei anni dopo dipinse “La caduta di Icaro”, quadro oggi conservato in un museo di Bruxelles, unico suo lavoro dedicato alla mitologia. La particolarità del dipinto è che per trovare Icaro bisogna avere occhio e capacità filologiche che l’autrice spiega con dovizia di particolari e citazioni di poeti che ammirarono molto quest’opera.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: REGGIO DISTRUTTA DAL TERREMOTO

Jacob Philippe Hackert Vista dei porti di Messina e Reggio

Jacob Philippe Hackert, amico di Goethe e pittore di corte di Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina, celebre in tutta Europa, ebbe la commissione di dipingere tutti i porti del Regno. Quando arrivò sullo Stretto vide Reggio e Messina distrutte dal terremoto del 1783 ma non le ritrasse. “Voltò le spalle, per dipingere i due porti con la visuale rivolta verso il mare, che popolò di velieri e fregate dei Borboni, a testimoniare il possesso degli scali da parte della corona”.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: IL CODEX DI ROSSANO

È la storia di un migrante arrivato dal mare 1500 anni a Rossano e che portava un evangelario miniato di 400 fogli in pergamena d’agnello tinta con porpora della migliore qualità. Passarono mille anni, quando nel 1831, un canonico della cattedrale ne scoprì 188 negli armadi della sacrestia. Probabilmente gli altri andarono perduti in un incendio. Il giornalista Cesare Malpica ne parlò in un reportage sulla Magna Grecia, due studiosi tedeschi lo resero celebre con un loro libro. È considerato il Vangelo miniato più prezioso al mondo, è patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il racconto dell’autrice del libro è molto avvincente.


MERAVIGLIE DI CALABRIA: ESCHER IN CALABRIA

Cartolina da Pentadattilo – Escher

L’olandese Escher ogni anno dal 1924, da Roma dove si era trasferito partiva per gli Abruzzi, la Campania, la Calabria per disegnare borghi sperduti. Dal 1930 approda sullo Stivale d’Italia. Insieme ad una guardia svizzera e un critico letterario ginevrino dotato di macchina fotografica raggiunsero Tropea, Nicotera, Palmi, Scilla, Melito. A Porto Salvo affittarono un mulo e raggiunsero Palizzi e Pentadattilo. Nel paese delle cinque dita Escher attratto dalla “straordinarietà del luogo” volle fermarsi tre giorni. I pochi abitanti del paese furono generosi nell’offrire miele e pane secco ammollato nel latte di capra. Come nel film “Anni ruggenti” una vecchia disse agli stranieri di riferire a Mussolini quanto fossero poveri. La comitiva proseguì il viaggio verso Gerace, Stilo, Santa Severina, Cariati, Rossano, Morano e Rocca Imperiale. In ogni paese l’artista sceglieva un punto di vista facendo più disegni. Nei mesi successivi sceglieva la litografia finale.


Lauretta Colonnelli “Storie meridiane. Miti, leggende, e favole per raccontare l’arte” Marsilio

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