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CASTROVILLARI – Prosegue lo sciopero all’Italcementi di Castrovillari con alcuni lavoratori che si sono incatenati ai cancelli dello stabilimento per protestare contro la decisione dell’azienda di porre in cassa integrazione 17 operai che lavoravano quando, il 28 ottobre scorso, venne rinvenuta nella bacheca delle organizzazioni sindacali una pistola giocattolo e un biglietto su cui c’era scritto “attenzione a qualcuno”.

Una decisione, quella adottata dalla multinazionale, che i rappresentanti della Cgil e della Cisl e i lavoratori ritengono discriminatoria tanto che il sindacato il 14 novembre scorso, con una lettera inviata alla sede centrale di Italcementi e al Prefetto, chiedeva “l’immediato riavvio di un confronto tra le parti per produrre un’attività negoziale mirata ad offrire certezze sul mantenimento del detto sito e la revoca dell’attuale turnazione utilizzata per la C.I.G., quest’ultima determinata in maniera unilaterale”. Il 18 dicembre scorso, durante un incontro presso la Confindustria di Cosenza, i vertici nazionali di Italcementi comunicarono che sei dei diciassette lavoratori venivano riammessi a lavoro, mewntre gli altri 11 rimanevano in cassa integrazione. Una decisione che non ha per niente soddisfatto i sindacati e i lavoratori che hanno optato per la protesta.

L’azienda dal canto suo ha replicato: «La sospensione dell’attività di cottura della cementeria e la sua temporanea trasformazione in centro di macinazione si è resa necessaria dopo la forte contrazione registrata dal mercato del cemento. La cassa integrazione – si legge in una nota – riguarda parte del personale ed è purtroppo una misura indispensabile al riassetto produttivo. Quanto alla vicenda del ritrovamento di un messaggio di minacce con una pistola giocattolo, la società aveva prontamente segnalato i fatti alle competenti autorità. La dinamica dell’accadimento è tuttora oggetto di indagine da parte degli inquirenti e i citati fatti non sono in alcun modo correlati all’organizzazione dello stabilimento e al ricorso alla cassa integrazione».

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