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«Non è un caso che siamo qui a Matera per chiudere il progetto della “Buona scuola”, Matera che è diventata capitale europea della cultura è riuscita a presentare un progetto che coniuga la necessità di non stravolgere lo spirito e l’identità con la voglia di puntare ancora una volta sull’innovazione». Sono alcune delle parole con le quali il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini ha commentato al suo arrivo all’Auditorium del Conservatorio la scelta di chiudere il lungo tour di consultazioni che ha portato il progetto della “Buona scuola” da una parte all’altra dello stivale.

«Abbiamo cominciato da Bolzano, siamo partiti dall’estremo Nord per arrivare al Sud del Paese, in una città che oltre a questa bellezza struggente, ha veramente incarnato la capacità di un progetto di innovazione ma che non stravolge lo spirito di identità».
 
Secondo il Ministro – che è stato accolto dal Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, e dal sindaco, Salvatore Adduce – Matera «merita, parlando di scuola e di istruzione, un riconoscimento anche interno». 

Il ministro non ha mancato anche di parlare di Matera «come vetrina da valorizzare e per la quale anche la scuola vuole avere un ruolo di primo piano da protagonista». Quanto alle critiche che arrivavano da alcuni striscioni sindacali sulla scuola che sta diventando una azienda nella politica del Governo il ministro ha replicato: «mi sembra che si tratti di una serie di slogan che ritroviamo da una parte all’altra dell’Italia. Se ci sono poi forze attive che vogliono contribuire ad un sostegno nella scuola nell’ambito di un rapporto di collaborazione e partecipazione non vedo perchè non dovremmo sostenerle». 

Sulla questione dell’edilizia scolastica il cui quadro risulta a tinte fosche ed ha colpito in negativo, in un rapporto di Legambiente, anche la città di Matera il ministro Giannini ha spiegato che «c’è un piano di 1,5 miliardi di euro che il Governo ha messo a disposizione ma è chiaro che ci vuole del tempo perchè queste strutture vengano migliorate e riqualificate». 

Quanto al progetto de “La buona scuola” il ministro ha aggiunto: «non traiamo ancora considerazioni perchè la consultazione è in corso ma di certo le stanze nel sito più visitate sono quelle che pensano all’innovazione che non vuol dire stravolgimento ma la creazione di laboratori scuola-lavoro. 
Quanto agli insegnanti la parola che mi pare più in voga oggi è senza dubbio meritocrazia».

«La cosa più importante che, secondo me, finora ha fatto questo Governo è stata quella di rimettere al centro i temi dell’istruzione e della cultura, due facce della stessa medaglia“: così il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dal palco di Matera durante l’evento finale dell’iniziativa «La Buona Scuola». E anche, per questo «è stato difficile resistere alle ‘tentazionè – ha proseguito – di chiudere il percorso della consultazione a Matera», designata un mese fa Capitale europea della Cultura per il 2019.
«L’esempio di Fabiola Gianotti (nuovo direttore generale del Cern di Ginevra), in questo periodo la bandiera della scuola italiana – ha aggiunto – dimostra che in Italia di buona scuola ce n’è tanta: noi vogliamo sviluppare proprio questa potenzialità.

E oggi siamo orgogliosi e felici perché, con la ’Buona scuolà, abbiamo visto che nel Paese c’è tanta voglia di parlare di scuola e di occuparsi di istruzione». Finora sono stati oltre un milione e 200 mila gli accessi al sito, 170 mila i questionari compilati e 1.650 i dibattiti svolti: «Questo vuol dire che – ha proseguito Giannini – milioni di persone hanno offerto il proprio contributo a questa consultazione».

Rispondendo alle domande della giornalista di Rai News 24 Daiana Paoli, il Ministro ha poi evidenziato «l’idea che l’Italia sia ripartita anche da un progetto come questo per ripensare il superamento di questa fase difficile, il cui dramma più scottante è il lavoro. La scuola è lo strumento fondamentale, la leva culturale, sociale e professionale che crea competenza perché si possa occupare quello spazio che ancora c’è.
 
Non bisogna inoltre sottovalutare le critiche, di cui bisogna tener conto: la scuola che vogliamo noi non è solo buona, ma anche giusta e che dia a tutti le stesse opportunità e che valorizzi i talenti».

 

 

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