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Tre storie emerse a distanza di poche ore. Tre storie di violenza e molestie estreme sulle donne. E tutte hanno come scenario la Calabria. 

PICCHIATA PERCHE’ NON VUOLE ABORTIRE – La più grave è avvenuta nel Catanzarese. Lei non voleva abortire, così il marito l’ha segregata in casa, picchiandola ripetutamente. I carabinieri di Botricello hanno arrestato un cittadino senegalese di 43 anni, T.D., venditore ambulante residente da tempo nella cittadina ionica. 

Le attività dei carabinieri hanno potuto ricostruire le violenze usate dall’uomo nei confronti della donna di 42 anni. Quando lei, incinta di tre mesi, ha detto al marito di non volere abortire così come chiesto dall’uomo, quest’ultimo ha reagito tenendola segregata in casa, impedendole di uscire e di comunicare telefonicamente con altre persone. Quindi sarebbero scattate anche le aggressioni, con la donna che è stata colpita ripetutamente in più parti del corpo. Per la malcapitata sono stati diagnosticati dieci giorni di prognosi dopo le visite in ospedale a Catanzaro. 

Quando i carabinieri sono arrivati nell’abitazione della coppia, hanno anche trovato e sequestrato 99 borse contraffatte, facendo scattare per l’uomo anche l’accusa di ricettazione. Il cittadino senegalese è stato posto agli arresti domiciliari a casa di alcuni parenti, in attesa del rito per direttissima.

STALKING FINO ALLA PERDITA DEL FIGLIO – Un’altra donna incinta è finita nel mirino di un uomo di Rende, in provincia di Cosenza. Si tratta di L. R., 34 anni, arrestato dai carabinieri per aver perseguitato da giugno 2013 ad ottobre 2014 ai danni due donne di Torino di 35 e 39 anni. La più giovane delle due, bersagliata sui social network e al telefono, è stata costretta più volte a cambiare utenza telefonica per i contenuti morbosi ed osceni e per l’insistenza a qualsiasi ora che le ha causato uno stato d’ansia, tanto che a marzo scorso, ha subito una interruzione di gravidanza.

Dopo questi fatti, insieme alla sua amica, anche lei vittima dello stalker, aveva incontrato a luglio a Torino il giovane dei Rende per convincerlo a desistere. Ma è stato invano.

ANCHE IL TOPO MORTO IN CASA – A Reggio Calabria, invece, un uomo di 58 anni è stato arrestato dai carabinieri per stalking nei confronti di una insegnante di 42 anni. L’uomo è accusato di aver molestato per cinque anni la donna, danneggiandole anche l’automobile. In più occasioni ha anche scritto frasi con minacce di morte sui muri della scuola dove lavora la vittima. Il cinquantottenne avrebbe inviato alla vittima anche alcuni biglietti di un’agenzia funebre ed ha lasciato un topo morto sul cancello dell’abitazione.

Le continue minacce hanno costretto la vittima a cambiare le sue abitudini di vita, a sostituire il numero dell’utenza telefonica a lei intestata ed a non uscire dalla propria
abitazione la sera.

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